Sacro Romano Impero, precursore dell’Unione Europea

Sacro Romano Impero, precursore dell’Unione Europea

Occupante un periodo storico lunghissimo di circa mille anni, è difficilmente inquadrabile per via dei cambiamenti che ha subito. Nei programmi scolastici viene dato grande risalto alla nascita e alle fasi più gloriose per poi quasi perderne le tracce. Cercare di individure i cardini della sua lunga Storia aiuta a fare maggiore chiarezza sull’Europa contemporanea e sul concetto di Unione Europea.

I significati politici

Si tratta della principale istituzione medievale in Europa insieme al Papato il cui periodo più luminoso è stato tra il IX e il XIII secolo. Solo tre le componenti che caratterizzano un’entita territoriale così vasta e variegata: l’eredità ideale del glorioso Impero Romano, ruolo per cui si contrapponeva all’Impero Bizantino, la missione del sacro romano imperatore di baluardo della fede cristiana e i diritti di comando dell’imperatore.

La nascita del Sacro Romano Impero

L’istituzione nasce ufficialmente la notte di Natale dell’800 con l’incoronazione di Carlo Magno a Roma, un tempo capitale dell’Impero Romano divenuta poi culla della cristianità, per mano di Papa Leone III. In origine si trattava nient’altro che del Regno dei Franchi legittimato dalla benedizione della Chiesa di Roma.

Incoronazione di Carlo Magno
Incoronazione di Carlo Magno

Questi ultimi erano un popolo germanico che, in seguito della caduta dell’Impero Romano d’Occidente, occupò la Gallia che poi diventò Francia, prendendo il nome da loro. Successivamente il territorio dei Franchi si allargò in quella che è gran parte dell’attuale Germania (proprio in quelle aree risiedevano prima delle migrazioni barbariche), portando avanti la dicotomia tra Celti e Germani, due dei principali attori nella Storia dell’Europa centro-occidentale. Quando il Papa chiamò i Franchi sentendosi minacciato dai Longobardi, che avevano creato un solido regno in gran parte dell’Italia, questi ne occuparono i territori.

Dal Regno dei Franchi al Sacro Romano Impero di Carlo Magno
Dal Regno dei Franchi al Sacro Romano Impero di Carlo Magno

 

Struttura feudale

Il Sacro Romano Impero, mai caratterizzato da un potere centrale forte, era basato su una forma di aggregazione politica dell’aristocrazia affermatasi originariamente nella società franca nell’Alto Medioevo, per cui si intende un sistema basato su una forte frammentazione del potere tra tantissime unità politico-territoriali chiamate feudi, ordinate in modo piramidale: sotto il sovrano, prevedeva l’esistenza di vassalli, di valvassori (a loro voltavassalli di vassalli) e di valvassini (vassalli di vassalli di vassalli). Tuttavia nella società dell’epoca non si era vassalli in assoluto, si era semplicemente vassalli di qualcuno. Non si tratta quindi di un ordine oggettivo e ferreo, ma di una relazione personale di obbedienza. Non si acquisiva uno status sociale particolare per il fatto di essere signore di altri vassalli. Proprio per questo alcuni storici hanno proposto di non pensare le relazioni feudali in termini piramidali, ma con il concetto di rete di relazioni. Secondo questa interpretazione più dinamica si tratterebbe di una struttura articolata di legami personali non più necessariamente di tipo verticale che serviva a codificare le relazioni tra i nobili. Il feudo si fondava su un rapporto reale consistente nella concessione gratuita e revocabile di una terra, ma anche di una rendita o un incarico. In origine la concessione, destinata ad assolvere l’obbligazione (congiunta di regola alla promessa di protezione) da parte del signore del mantenimento del vassallo che in cambio gli giurava fedeltà militare, ebbe carattere precario, nel senso che durava quanto il rapporto di fedeltà costituito con la l’assegnazione dell’incarico. Nell’età postcarolingia, il processo di affermazione del potere basato sull’aristocrazia fondiaria vide, accanto al legarsi del vassallo al suo territorio in modo stabile a e all’identificazione dei centri signorili con il castello, l’estensione sul feudo della pratica della concessione (più spesso dell’autoattribuzione di fatto) di immunità (esenzioni fiscali e giurisdizionali) che permise al signore di incorporare poteri di origine pubblica, di difesa militare e di esercizio giurisdizionale rafforzando quindi la sua posizione e rendendosi più indipendente dall’Imperatore. 

Scena di feudalesimo- l'Imperatore riceve una concessione da un vassallo
Scena di feudalesimo – l’Imperatore riceve una concessione da un vassallo

 

La tripartizione dell’Impero Carolingio

L’impero fu legato alla dinastia dei Carolingi fino all’887 Ludovico il Pio, il Trattato di Verdun divise il regno in tre parti, chiamati rispettivamente Regno d’Italia, di Germania e di Francia:

  • Lotario I ereditò il titolo imperiale e la parte centrale del regno (Italia, Provenza e la Lotaringia, che comprende i territori tra la Schelda e il Reno); i suoi territori comprendevano la capitale politica (Aquisgrana, ora Aachen in Germania) e quella religiosa (Roma).

 

  • Ludovico II il Germanico ricevette la parte orientale (il regno dei Franchi Orientali, che fece parte del futuro Sacro Romano Impero): qui vi fondò una dinastia che regnò sull’equivalente dell’attuale Germania fino al 911.

 

  • Carlo il Calvo ottenne per sé la terza parte occidentale dell’impero (il regno dei Franchi Occidentali), a ovest della Schelda, della Mosa, della Saona e del Rodano, dove si impose la dinastia carolingia fino all’arrivo dei Capetingi nel 987.
Tripartizione del Sacro Romano Impero dopo il trattato di Verdun dell'843
Tripartizione del Sacro Romano Impero dopo il trattato di Verdun dell’843

 

Dissoluzione e rinascita dell’Impero

Ludovico succedette al trono la corona imperiale, a cui seguì nell’875 Carlo il Calvo, forte dell’appoggio di Papa Giovanni VIII:  secondo il Pontefice avrebbe potuto essere un ottimo alleato contro il Principe di Spoleto e gli Arabi, che si erano stabiliti alla foce del fiume Garigliano, nei territori del Basso Lazio. A ereditare le redini di un impero indebolito subentrò Carlo il Grosso, figlio di Ludovico il Germanico. Papa Giovanni VII lo incoronò cercando anche stavolta protezione nella figura dell’Imperatore, il quale tuttavia non riuscì a evitare il suo l’assassinio nell’882, per mano dei membri dell’aristocrazia romana che contendevano il potere e vedevano in lui un ostacolo. Le incursioni di Arabi e Normanni che fiaccarono ulteriormente la stabilità, così Carlo il Grosso fu costretto a abdicare in favore di una nobiltà su cui ormai aveva perso ogni autorità. In seguito a ulteriori lotte per il potere nessuno cinse la corona imperiale, così da sciogliere l’unità in piccoli regni locali retti dagli ex vassalli, che non avvano più un’autorità centrale a cui far capo. Dopo quasi un secolo di divisioni, Ottone I di Sassonia resuscitò il Sacro Romano Impero nel 962, accentuando il carattere politico religioso della figura dell’imperatore, linea che raccolse la dinastia sassone di cui fu capostipite. I territori compresi erano quelli d’Italia e di Germania, oltre che quello della Borgogna. La Francia invece aveva già intrapreso distintamente il suo percorso di stato nazionale. Successivamente in alcune documentazioni di aggiunse la dicitura “della nazione germanica” .

 

Conflitti con il Papato

La dinastia salica o di Franconia andò incontro al primo grande conflitto con il Papato in quella che passò alla Storia come la Lotta per le investiture tra il 1024 e il il 1125.

Lotta per le investiture- l re franco Dagoberto I nomina Audomaro di Thérouanne come vescovo di Thérouanne. Miniatura tratta da Vita di saint Omer, XI secolo
Lotta per le investiture: il re franco Dagoberto I nomina Audomaro di Thérouanne come vescovo di Thérouanne. Miniatura tratta da Vita di Saint Omer, XI secolo

La controversia fu determinata dalla preponderante influenza a mano a mano assunta dall’imperatore nella promozione dei chierici alle dignità ecclesiastiche, alle quali invece secondo le norme canoniche dovevano essere designati soltanto mediante libera elezione dal clero e dalla comunità dei fedeli. Venne duramente dibattuto su quale fosse il potere supremo, il potere spirituale della Chiesa o quello temporale dell’Impero e ciò si tradusse in concretissimi interessi politici. Nel periodo di apice dell’impero era inevitabile uno scontro con la Chiesa, l’altro principale potere del Vecchio Continente all’epoca. Le ostilità si ripresentarono con la dinastia sveva degli Hohenstaufen, particolarmente focalizzata proprio sull’Italia, centro del potere papale, con Federico I detto il Barbarossa e Federico II di Svevia, una delle figure storiche più amate e apprezzate dell’intero Medioevo alla corte del quale fiorirono arte e cultura. Il casato tedesco entrò in crisi con la scomparsa di Federico II, periodo in cui prevalse la cosiddetta Teocrazia, per cui la sfera spirituale continuava a essere di pertinenza del Papa e quella temporale dell’Imperatore.

Federico II di Svevia, alla sua corte fiorirono arte e cultura
Federico II di Svevia

Tuttavia, qui stava la novità, il Pontefice aveva diritto d’intervenire anche nelle questioni che erano prerogativa del monarca in quanto gli spettava  giudicare la “ratione peccati”, in quanto tutti gli uomini erano peccatori, sancendo di fatto la superiorità della propria autorità.

Sacro Romano Impero al tempo di-Federico Barbarossa
Sacro Romano Impero al tempo di Federico Barbarossa

 

L’indebolimento del potere centrale

Nel XIV secolo, con la crescita degli stati nazionali, l’affermarsi del Comuni e delle Repubbliche Marinare in Italia, mentre la Chiesa subiva il declassamento dovuto allo scisma d’occidente, l’Impero andava ad accentuare la sua connotazione germanica, perdendo quella più vasta europea. I comuni italiani lottarono quindi per ottenere una maggiore indipendenza, forti del loro crescente sviluppo economico, e le nobiltà locali approfittarono dell’assenza di un potere centrale autorevole andando a costituire Signorie prima e Principati poi, eliminando ogni forma di subalternità esterna. L’imperatore a quel punto regnava quasi esclusivamente sui territori di quelli che poi sarebbero diventate la Germania e l’Austria, Paesi di lingua tedesca, oltre a Belgio, Paesi, Bassi e Lussemburgo, anche Paesi del medesimo ceppo linguistico, fatta eccezione per la parte francofona del Belgio. Inoltre l’incoronazione papale non aveva ormai più ricadute sulla dignità imperiale. Il Sacro Romano Imperatore venne identificato con il re di Germania, eletto dai più importanti principi suoi vassalli, perdendo così il ruolo, rivestito per secoli, di garante universale della Cristianità.  Dal 1437 la carica di imperatore, nonostante restasse formalmente elettiva, divenne ad appannaggio del casato degli Asburgo, mentre l’ultima incoronazione imperiale per mano di un Papa fu a Bologna nel 1530 quando Clemente VII incoronò Carlo V.

 

Dalla Guerra dei Trent’Anni alla fine del Sacro Romano Impero

La Guerra dei Trent’Anni, inziata nel 1618, scoppiò dalla volontà dei principi tedeschi di porre definitivamente un freno alle mire degli Asburgo, che volevano restituire autorità e potere centrale all’Impero. Tra le pretese dell’imperatore spiccava la volontà di privare i principi tedeschi del diritto a determinare la religione dei propri regni, sancito nel 1555 dalla precedente  Pace di Augusta, secondo il principio passato alla Storia come “cuius regio, eius religio”. Prese quindi il via  un nuovo ordine internazionale, un sistema in cui gli stati si riconoscevano indipendentemente tra loro in quanto tali, facendo decadere totalmente ogni subordinazione con l’Impero e estinguendo ogni rimasuglio di struttura feudale.  La successiva Pace di Vestfalia del 1648 rese i principi di fatto totalmente indipendenti dall’autorità centrale. L’Impero, entità resa quindi via via più inconsistente dalll’affermarsi dei vari principati tedeschi, formalmente proseguì fino al 1804, occupando quindi circa un millennio di Storia, anche se, come osservato, negli ultimi due secoli fu ridotto più che altro a istituzione onorifica. Gli Asburgo mentennero maggiore presa nei territori sudorientari decidendo quindi di stabilirvisi, così Francesco II d’Asburgo-Lorena dal 1806 si fece chiamare Francesco I d’Austria, che letteralmente significava “regno orientale”. Dalle ceneri del Sacro Romano Impero nacque così l’Impero Austro-Ungarico, che prosperò fino al suo smembramento al termine della Prima Guerra Mondiale.

Sacro Romano Impero nel XVII secolo
Sacro Romano Impero nel XVII secolo

 

La questione degli stati nazionali di lingua tedesca

La separazione tra Germania e Austria, i due principali Paesi di lingua tedesca, è legata quindi alla scelta della casata ausburgica di rifugiarsi nei territori orientali, andando a costituire un nuovo impero incentrato sul bacino del fiume Danubio e ormai spoglio del ruolo di erede dell’Impero Romano (il ruolo di ideale baluardo della cristianità come già visto era già andato perduto ormai da tempo). Tuttavia, a riprova dell’eredità precedentemente autoassegnata e del fatto che possa ancora percepita come propria, dall’aquila romana derivano quelle che caratterizzano gli stemmi proprio di Germania e Austria. 

 

L’idea di un’entità europea sovranazionale

Il Sacro Romano Impero ha anticipato e forse ispirato l’idea di Unione Europea. I sei Paesi fondatori sono accomunati dal fatto che i loro territori erano parte di quello che fu il primo assetto dell’entità: Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Italia. Si tratta di due tentativi di estendere un potere esteso laddove in entrambi i casi la Germania ha un ruolo preponderante sugli altri. Sia nell’uno che nell’altro caso si tratta di un potere frammentato, in quanto i due enti includono genti distinte per cultura e soprattutto prive di un comune spirito di appartenenza. La progressiva corrosione dei diritti dei cittadini e il loro impoverimento ricorda per alcuni aspetti proprio un ritorno a un feudalesimo. Il popolo non era coinvolto nelle scelte politiche come nell’Unione Europea il popolo non vota gli organismi europei che hanno potere legislativo ed esecutivo ma solo quelli che che hanno un semplice ruolo consultivo, avvicinandosi quindi a un nuovo concetto di nobiltà,  formalmente decaduta nei Paesi democratici ma di fatto ricostituita. È significativo che alcuni membri di organi come il Consiglio Europeo abbiano delle origini nobiliari. Tuttavia, quando pecedentemente l’imperatore era la principale autorità che al massimo doveva interfacciarsi con quella papale, nel mondo globalizzato il gioco è ben più complesso: ci sono da considerare le influenze massicce di realtà private potentissime legate alla finanza  il cui operato non è palese ma è ormai divenuto evidentissimo e fortissimo. Inoltre, se non bastasse, questa Unione Europea si colloca strategicamente tra le superpotenze di Russia e Stati Uniti, strumentalizzata da quest’ultima in funzione antirussa per tentare di  indebolire  il gigante slavo secondo quella che potrebbe leggersi come l’applicazione del concetto di Heartland, per cui chi controlla la parte centrale dell’Eurasia controlla il mondo. Se l’Europa Unita è nata ufficialmente dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale per evitare nuovi spargimenti di sangue tra gli Europei, popoli fratelli tra loro, dovrebbe avere quindi finalità di cooperazione marcatamente pacifiste. Eppure ha contribuito a inviare armi all’Ucraina nella guerra contro la Russia. L’idea di un’Europa Unita, dove i popoli europei collaborano per favorire il reciproco sviluppo in maniera armonica, di per sé è bella e condivisibile. Eppure i popoli del Vecchio Continente hanno dimostrato in passato di poter ottenere grandi risultati nelle poche volte in cui hanno dato vita a forme di cooperazione come durante la Battaglia di Lepanto. Tuttavia in secoli di Storia Medievale, Moderna e Contemporanea tutto questo non ha mai visto davvero una reale applicazione e forse l’unico periodo in cui ci si è avvicinato a ciò è stato durante l’apice dell’Impero Romano. Quello originale.

Aquila romana
Aquila romana

 

Riferimenti

Autori vari, Grande Enciclopedia De Agostini, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1996

Sacro Romano Impero
Sacro Romano Impero

 

 

 

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David Sciuga

Si è laureato con lode prima in Lettere Moderne poi in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi della Tuscia. Successivamente ha conseguito il Master di II livello in Management presso la Bologna Business School. La sua tesi di laurea magistrale “La critica della civiltà dei consumi nell’ideologia di Pier Paolo Pasolini” è stata pubblicata da "OttoNovecento", rivista letteraria dell'Università Cattolica di Milano, ed è tuttora disponibile sul portale spagnolo delle pubblicazioni scientifiche Dialnet. Da giornalista pubblicista ha lavorato per il Nuovo Corriere Viterbese e per diverse testate locali, inoltre è anche blogger e critico cinematografico. Ha collaborato con il festival teatrale dei Quartieri dell’Arte e con l’Est Film Festival, di cui è stato presidente di giuria. Come manager di marketing e comunicazione ha lavorato per STS Academy, agenzia di formazione di security e intelligence. Il suo racconto "Sala da ballo" è stato incluso nell’antologia del primo concorso letterario nazionale "Tracce per la Meta". Successivamente è stato premiato con il secondo posto al Premio Internazionale di poesia “Oggi Futuro” indetto dall’Accademia dei Micenei. È stato moderatore di conferenze di geopolitica dove sono intervenuti giornalisti di rilievo nazionale. L'animal fantasy "Due fratelli" è il suo primo romanzo, pubblicato con la casa editrice Lulu.com, a cui segue il romanzo di formazione "Come quando ero soldato". Collabora con il web magazine "L'Undici". Parla correttamente l'inglese, possiede elementi di francese e tedesco.

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