Un film uscito nel 1979 che è entrato nell’immaginario collettivo mantenendo intatto il suo fascino. Una storia che affonda le sue radici nella letteratura greca. Tutto questo è “Guerrieri della Notte”, una pellicola che continua a parlare alle nuove generazioni.
Anabasi, il riferimento alla classicità
Il riferimento è l’Anabasi, opera autobiografica dell’autore greco Senofonte, scritta nel IV secolo avanti Cristo e composta di sette libri. “Anabasi” significa letteralmente “risalita”, riferendosi alla marcia verso Babilonia. Nel primo volume infatti si racconta la campagna militare di Ciro il Giovane finalizzata a detronizzare e sostituire il fratello Artaserse Imperatore di Persia. Nei successivi invece si narra la ritirata verso il mare: si tratta di una catabasi, cioè discesa, che è il tema dominante in contrapposizione al titolo, di 10.000 mercenari in fuga attraverso i territori dell’Impero Persiano. L’esercito era sotto la guida di Cleonte, che subentrò allo stesso Ciro quando perse la vita nella battaglia di Cunassa nel 401 dC. In seguito anche Cleonte morì, ucciso in un tradimento avvenuto per mano di Tissoferne.
A quel punto sarebbe spettato proprio a Senofonte, scelto per le sue capacità oratorie, condurre il gruppo di sopravvissuti verso il Mar Nero. Questa sorta di diario, tra battaglie, capovolgimenti e situazioni inaspettate, spicca per il grande realismo impresso sulle pagine e per le accurate informazioni relative alla geografia dei luoghi attraversati e alle strategie militari descritte.
Concetto del film
I Guerrieri della Notte (The Warriors) è un lungometraggio drammatico, d’azione e thriller girato da Walter Hill e sceneggiato da David Shaber insieme allo stesso regista nel 1979. Il film è liberamente ispirato dall’omonimo romanzo di Sol Yurick uscito nel 1965, restando però più fedele all’Anabasi dalla quale lo stesso scrittore aveva attinto. Non mancano poi riferimenti ad altri capolavori della letteratura greca classica quali l’Iliade e l’Odissea e alla Storia Antica ellenica. Il romanzo inoltre indugia di più sulle scene di violenza, mentre il film non calca la mano su questo aspetto: The Warriors è una prova cristallina che si può attrarre e conquistare il grande pubblico anche senza rivolgersi a facili mezzi come la rappresentazione gratuita ed esacerbata di efferatezze e di sessualità.
Il tema del ritorno presso la salvezza, con una sensazione di accerchiamento perenne, domina la narrazione del film in un susseguirsi di adrenalina e azione. I soldati greci che attraversano il territorio persiano e i giovani uomini del XX secolo che attraversano una New York piena di insidie sono uniti da un affascinante parallelismo.
In mezzo c’è appunto il romanzo pubblicato quattordici anni prima l’uscita nelle sale del film: se il libro ha come sfondo i moti studenteschi della contestazione la pellicola è figlia della disillusione di tutti questi ideali, volti alla creazione di una società più equa e al raggiungimento della pace nel mondo. Questi sogni andarono in frantumi con la guerra in Vietnam, che trascinò un’intera generazione statunitense in un conflitto ad essa estraneo. Nei protagonisti si potrebbe avvertire il medesimo scetticismo e lo stesso disincanto dei ragazzi che sono tornati dalla difficile esperienza del conflitto nel Paese del Sud-Est asiatico per poi ritrovarsi abbandonati a se stessi.
Parallelismi tra film e opera letteraria greca
I membri della banda dei Warriors sono ingiustamente accusati di aver ucciso Cyrus, capo supremo di tutte le bande cittadine. Vittime di questo tradimento, i componenti del manipolo devono fuggire dagli altri gruppi che danno loro la caccia per punire il delitto.
Nella fonte classica Ciro arruola dei mercenari greci per deporre suo fratello Artaserse dal trono di Imperatore di Persia ma quando questi viene ucciso in battaglia i suoi uomini, parte di un esercito sconfitto e privo di un capo, si muovono in un territorio a loro ormai ostile. In entrambi i casi la morte violenta dei rispettivi capi è il motore della narrazione: nel primo a Cunassa dove Ciro cade in battaglia e nel secondo nel Bronx dove Cyrus viene raggiunto da un letale colpo di arma da fuoco, in un quartiere che per antonomasia è il più malfamato di New York. Il proiettile parte mentre il leader tiene un discorso davanti a tutte le gang sulla possibilità ottenere il controllo della città contro il potere “ufficiale” a patto di restare uniti. Cyrus, anche capo dei Greasers, è un riferimento carismatico e con il suo kimono ricorda vagamente la figura di un santone. Proprio come Ciro il Giovane voleva far cadere il fratello Artaserse per sostituirsi a lui alla guida dell’impero all’epoca più grande e potente al mondo, Cyrus vuole sovvertire il potere precostituito della più influente metropoli degli Stati Uniti d’America, la prima potenza economica mondiale, sostituendo all’ordine della politica quello delle bande criminali, non necessariamente più violento ma sicuramente meno ipocrita e colluso. Tuttavia il suo rimane soltanto un’utopia: mentre sta arringando la folla viene inaspettatamente fatto partire un colpo di pistola da Luther, leader dei Rogues, uccidendolo. Luther, dopo aver sparato, farà quindi ricadere la colpa sui Guerrieri, infrangendo la tregua tra gang indetta per permettere questa riunione ecumenica.
Una cosa simile accade ai mercenari greci: il generale Clearco viene tradito dal calunniatore Tissaferne, catturato e messo a morte, destino riservato anche ad alcuni suoi ufficiali. Per i guerrieri ellenici c’è da affrontare la vastità dell’Impero Persiano, per i Guerrieri una New York dominata dalle gang che intendono punirli per l’omicidio di cui è stata fatta ingiustamente cadere la colpa su di loro.
In entrambi i casi i due gruppi trovano un territorio appunto minaccioso e popolato da una società multietnica. I quartieri attraversati da Warriors riflettono le regioni dell’impero e le gang i gruppi etnici che lo popolano. Le correlazioni non si esauriscono. L’incendio alla metro ricorda i fuochi di segnalazione del popolo dei Carduchi. I Guerrieri incontrano gli Orphans che appaiono diversi dalle altre gang per vestiario e anche fenotipicamente, avendo tra le cui fila persone appartenenti a perlopiù a minoranze e indossando una semplice divisa con jeans e maglietta verde militare. Questi ultimi ricordano i Moschi reputati dai Greci più barbari dei barbari.
Anche i Macroni che accettano di parlare con i soldati greci si possono collegare agli Orphans, che si comportano similmente con i protagonisti. Sono proprio i membri di questa gang a proporre una soluzione ai Warrios per salvarsi: chiedono loro di ritirarsi dallo scontro spogliandosi delle loro divise per andarsene da civili, potendo così passare nella loro zona senza essere attaccati. Similmente il satrapo Tissaferne chiede ai mercenari europei di abbandonare le loro armi: in entrambi i casi si ottiene un rifiuto. Un’ulteriore corrispondenza è quella tra i Baseball Furies, vestiti come la popolare squadra dei New York Yankees e che impugnano mazze da gioco, con i Calvi, che indossavano elmo, lunghe corazze, schinieri, e erano armati con uno spadino.
Se per i soldati greci l’obbiettivo è trovare una via di fuga raggiungendo il mare, per i Warriors è approdare al loro territorio di Coney Island. Come le circostanze portano Senofonte a farsi capo della spedizione dei sopravvissuti, spetterà a Swan a diventare il nuovo leader dei Warriors dopo il linciaggio in cui il capo Cleon (il cui nome richiama Cleone, politico e militare ateniese protagonista nella Guerra del Peloponneso) rimane ucciso. Swan viene reputato il più indicato perché lo stesso Cleon lo aveva precedentemente nominato “capoguerra”. Il nuovo capo è un duro sotto la cui scorza si cela un cuore sensibile. La sua leadership verrà contestata proprio perché lui, come Senofonte, si rifiuta di utilizzare la violenza fine a se stessa come mezzo di sopraffazione. Questo porta allo scontro con l’irruento Ajax, desideroso di assurgere a nuovo capo della banda, ruolo per cui inizialmente anche Fox era candidato ma che poi rimane ucciso in un incidente. Si ha quindi una contrapposizione che si aggancia allo scontro nell’Iliade tra l’irruento Aiace Telemonio e il più mite, astuto e riflessivo Ulisse per il simbolico possesso delle armi di Achille. Sia nella narrazione di Senofonte che nella pellicola di Walter Hill il gruppo poi si assottiglia, registrando numerose perdite lungo il percorso.
Sviluppo della vicenda
La testa calda Ajax viene arrestata abboccando a un’esca ordita dalla polizia, Fox come già detto muore investito da un treno della metro mentre invece Swan resta con Mercy, ragazza che aveva preso con sé dopo l’incontro con gli Orphans. Tre dei Warriors incontrano delle ragazze che fanno parte di un’altra gang, le Lizzies, che si dimostrano subito aperte e disposte a farsi sedurre. Ma si tratta di una trappola per cogliere i membri dell’altro gruppo di sorpresa, un po’ come delle moderne sirene che ammaliano con il loro canto soave per poter sprigionare il loro incantesimo mortale. In questo ambiente dominato da uomini l’arrivo di figure femminili rappresenta un momento di rottura di equilibri, apportando imprevedibilità e mettendo in discussione l’ordine precedentemente costituitosi.
Scena chiave è quella dove avviene l’incontro/scontro tra due mondi agli antipodi, che poi verrà rielaborata in Joker, film del 2019 diretto da Todd Philipps con Joaquin Phoenix protagonista. Entrano nella metro due coppie di borghesi WASP (White Anglo Saxon Protestant) appena usciti dal ballo scolastico di fine anno. La contrapposizione tra queste due coppie di benpensanti è stridente: da un lato Swan e Mercy, unica donna degli Orphans che poi come già visto si aggrega ai Warriors, e dall’altro questi quattro conformisti e privilegiati. Nei lunghi attimi di questo significativo passaggio è la potenza degli sguardi che vengono lanciati in silenzio a parlare eloquentemente più di quanto possa fare qualsiasi parola. La ragazza della gang si vuole aggiustare i capelli per darsi un’aria rispettabile e Swan la ferma, azione dal valore simbolico potentissimo: da un lato si esprime il rifiuto di adeguarsi alla borghesia benpensante e dall’altro si sancisce l’accettazione di Mercy come parte integrante del gruppo. Quando il gruppo borghese scende una delle donne lascia cadere un fiore, Swan lo raccoglie donandolo candidamente proprio alla compagna con cui inizia a fare coppia. Anche Senofonte affronta una simile esperienza di comunione: lui che non si sentiva un soldato scende da cavallo e inizia a marciare insieme agli altri mercenari, diventando così a tutti gli effetti uno di loro.
I Guerrieri completano il loro percorso facendo ritorno al “porto sicuro” di Coney Island, prendendo coscienza della realtà squallida e degradata da cui provengono. Swan diviene un eroe di questa narrazione metropolitana non tanto per il coraggio mostrato nell’affrontare le insidie e i pericoli ma per l’empatia dimostrata. Similmente Achille nella Guerra di Troia si dimostra tale non tanto per il suo indiscusso valore in battaglia che lo porta a sconfiggere Ettore, il più valoroso dei nemici troiani, ma soprattutto perché restituisce il feretro del nemico ucciso a Priamo, padre distrutto dal dolore. L’approdo a Coney Island è un momento di liberazione proprio come lo fu per i mercenari greci l’approdo alla costa del Mar Nero. L’acqua accomuna le due scene: la distesa azzurrina dell’Oceano Atlantico è un chiaro riferimento a quella avvistata dai combattenti antichi quando gridarono “Il mare, il mare!”.
C’è però un’ultima battaglia ad attendere i protagonisti in quest’avventura cittadina al cardiopalma, similmente a Ulisse che nell’Odissea deve affrontare i Proci quando riapproda al suo regno di Itaca. Luther, capobanda dei Rogues, sfida i Warriors raggiungendoli sulla spiaggia di Coney Island.
Tuttavia fanno irruzione i Greasers capeggiati da Masai che è subentrato a Cyrus, gli unici a conoscenza dell’inganno: è stato Luther ad uccidere il capo supremo delle gang di New York, e poi ha fatto ricadere la colpa sul gruppo di Swan.
I Greases così catturano il calunniatore Luther e rendono onore ai Warriors. La moderna odissea notturna giunge così al termine e i personaggi sono liberi di costruirsi un nuovo futuro in un finale aperto. L’arrivo dei mercenari ellenici a Trebisonda invece non segnò la fine delle loro peripezie: i soldati greci avrebbero poi raggiunto Pergamo per imbarcarsi in una nuova guerra in Persia al servizio del generale spartano Timbrone.
Un capolavoro senza tempo
I Guerrieri della Notte è un’Odissea metropolitana, un’avventura adrenalinica ricca di colpi di scena. Sebbene sia la ferina vitalità dei protagonisti a farla da padrone non mancano momenti di riflessione. Il già citato incontro con le due coppie di borghesi rappresenta una forte presa di coscienza: l’uguaglianza tanto sbandierata non esiste e la lotta di classe combattuta durante la Contestazione è stata vinta dai ricchi. Tuttavia questi ragazzi ai margini della società borghese, privi di abiti alla moda e a volte sporchi, hanno una genuinità e un’autenticità che li mantiene integri e liberi. Nella narrazione inscenata dal regista Walter Hill la telecamera segue le vicende in maniera imparziale, senza giudizi morali e senza cedere alla facile tentazione di dividere nettamente i personaggi in buoni e cattivi: non c’è spazio di per favolette consolatorie ma si vuole esplorare l’animo umano senza fingere che questo non implichi imbattersi in polvere e sangue. Una fotografia satura e un montaggio da manuale hanno fatto scuola. John Carpenter nel suo celebre 1997 Fuga da New York (Escape from New York), uscito nel 1981, è sicuramente stato influenzato da questa opera che ha lasciato un’impronta indelebile nella Storia del Cinema. C’è da aggiungere che l’originale ed efficacissima trovata della speaker radiofonica impegnata in una telecronaca in tempo reale delle imprese dei protagonisti viene riproposta alla maniera di una vera e propria citazione nella pellicola del 2023 John Wick: Chapter IV di Chad Stahelski con Keanu Reeves protagonista.
Il contatto del film con la realtà è tale che le vere gang di New York hanno figurato nella scena corale all’inizio, quella in cui Cyrus pronuncia il suo discorso. Alcuni gruppi sono stati stipendiati dalla produzione affinché vigilassero sulle attrezzature del set affinché i membri delle altre bande non li rubassero o compissero atti di vandalismo. La vicenda avviene interamente di notte, periodo in cui le regole e i ruoli della vita diurna vengono in qualche modo sospesi grazie al vuoto creatosi dall’interruzione delle attività diurne regolamentate. Si tratta infatti di una lunga notte all’insegna del pericolo in cui i protagonisti si possono sentire ben più vivi dei loro coetanei prezzolati che invece spesso non hanno il coraggio di uscire dalla loro zona comfort.
In questo film cult viene resa con grande dinamismo e forza espressiva una storia archetipica: i suoi temi ancestrali travalicano lo spazio e il tempo, tanto che questa vicenda potrebbe essere ambientata in qualsiasi luogo e in qualsiasi epoca mantenendo intatti il suo fascino e la sua carica emotiva: se i protagonisti, anziché in una grande città industrializzata, si fossero mossi nella macchia o addirittura nella giungla, la narrazione avrebbe comunque potuto funzionare alla perfezione. Quei ragazzi induriti dalle asprezze di un’esistenza vissuta ai margini della società capitalistica ma ancora puri e decisi ad abbracciare la vita nella sua pienezza sono sempre lì, a dirci qual è la parte più autentica di noi e proprio per questo continuano ad affascinare e far sognare, incarnando un mito che seguita a vivere rinnovandosi.
Riferimenti
Giulio Guidorizzi, Il Mondo Letterario Greco, Milano, Einaudi Scuola, 2000
Autori Vari, Grande Enciclopedia De Agostini, Novara, De Agostini, 1995-1996
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