Preistoria europea: Età del Bronzo, l’era degli Eroi

Preistoria europea: Età del Bronzo, l’era degli Eroi

La Preistoria d’Europa porta con sé un’insospettabile ricchezza culturale, soprattutto nell’Età del Bronzo, l’epoca degli eroi della letteratura omerica. Un passato perduto che comincia a riaffiorare con reperti sorprendenti.

L’importanza dei metalli

La costatazione che il rame, primo minerale scoperto per la lavorazione e utilizzato tra il 3500 e il 2300 avanti Cristo, non era particolarmente adatto a forgiare utensili e armi portò a cercare altre soluzioni. Il fatto che in alcune miniere il rame si trovasse già accanto a quelle dello stagno portò a sperimentare una fusione tra i due elementi: nacque così la lega del bronzo. Quest’ultimo soppiantò così gli altri materiali per la lavorazione di armi, mentre resistette l’utilizzo della pietra per le lame delle asce e le punte delle frecce. Il periodo pare caratterizzato dal definirsi del ceto del guerriero, come dimostrano le sepolture più pregiate conservate in alcuni siti. Questo avrebbe accesso al controllo delle miniere, motore delle attività economiche dell’epoca: esisteva una rete commerciale sviluppata che attraversava tutta l’Europa. Nelle regioni mediterranee si affermano le tipiche coltivazioni di olivo e vite. In questo periodo si concentrano i primi agglomerati umani considerevoli, a volte costituendo centri protourbani temporanei. Aree condivise dedicate al seppellimento dei defunti diventano una caratteristica stabile delle comunità umane organizzate. La massiccia presenza di incisioni figurative denotano un notevole sviluppo artistico e culturale, indicando forse l’elaborazione di un sistema religioso e di una visione del mondo articolata. Parallelamente la Grecia conosceva le prime civiltà articolate in Europa, con la civiltà Minoica prima e Micenea poi.

Uomo del Bronzo con il Disco di Nebra
Uomo del Bronzo con il Disco di Nebra

Un mosaico di culture 

Tra il quarto e il secondo millennio avanti Cristo fino a circa il 900 avanti Cristo si ha una successione di culture, che non necessariamente coincidono con l’identità di distinte popolazioni, che si susseguono in Europa. I manufatti hanno delle caratteristiche comuni tanto da poter definire delle linee di continuità negli insediamenti e nello stile di fabbricazione. Tuttavia manca una struttura politica definita per poter parlare di civiltà, organizzazione statale di cui invece disponevano Cretesi e Micenei sul Mar Mediterraneo.

Europa del Bronzo
Europa del Bronzo

 In Ucraina e nella Russia meridionale si ha la Cultura di Yamna o Yamnaya, caratterizzata da sepolture dove le fosse singole sono ricoperte da un tumulo, chiamato kurgan. Il defunto viene messo in posizione supina e con le ginocchia piegate. Si ritiene che fossero stati i primi a muoversi a cavallo e a utilizzare il carro con ruote, con il più antico reperto trovato a Dnipro in Ucraina. Tra i prodotti dell’artigianato tipici sono gli anelli per capelli in rame o argento. Si producevano oggetti in scheggia per le punte di freccia. Perle e cilindri venivano utilizzati per collane a scopo decorativo. Questa zona, caratterizzata dall’ambiente della steppa, è ritenuta da più studiosi, seguendo il modello dell’antropologa lituana Marja Gimbutas, l’area d’irradiazione originale della vasta famiglia delle lingue indoeuropee. Queste comprendono la quasi totalità delle attuali lingue d’Europa a eccezione del Finlandese, dei dialetti Sami, dell’Ungherese e del Turco, va ricordato che queste ultime due su diffusero nelle sedi storiche solo nel Medioevo. Fuori dal Vecchio Continente comprendono il Persiano e il Sanscrito. In assenza di prove archeologiche questi studi si basano sulla comparazione linguistica degli idiomi oggi utilizzati e di quelli storicamente attestati come il Latino, il Greco antico e appunto il Sanscrito.

Allevatori della Cultura di Yamna
Allevatori della Cultura di Yamna

In Europa continentale si cominciano quindi a costruire imponenti sepolture con corredi funebri. Il fatto che alcuni comprendano oggetti lavorati in metalli preziosi come l’oro suggerisce la presenza di una stratificazione sociale, anche senza toccare le differenziazioni profonde tipiche delle civiltà organizzate. La Cultura del Vaso Campaniforme, caratterizzata da ceramiche che ricordano vagamente la forma di una campana rovesciata, cominciò a manifestarsi quando ancora si ricorreva al rame, prima di fonderlo con lo stagno per formare il bronzo, quindi agli albori del’era dei metalli. Le terracotte erano decorate con conchiglie, cordicelle e pettini. Diffusasi in gran parte dell’Europa Occidentale, i più antichi reperti vennero rinvenuti in Portogallo ma il percorso della sua irradiazione è dibattuto. Questa cultura viene collegata agli Iberi e la sua diffusione nelle Isole Britanniche sarebbe quindi da collegare alle migrazioni iberiche in quelle zone. La cultura viene associata anche ai Celti.

Nel centro Europa questa facies viene sostituita dalla Cultura di Unetice, che prende il nome da una località in Repubblica Ceca. Per i riti funebri si ricorre all’inumazione in fosse, che a volte sono circondate o rivestite di pietre. L’artigianato crea pugnali, asce, spille, bracciali e a volte queste produzioni in bronzo venivano decorate con ambra e oro. Alcune creazioni artigianali come le tazze in argilla invece ricordano da vicino le forme dei manufatti della precedente cultura del Vaso Campaniforme. Per quanto riguarda le abitazioni sono state trovati resti di palafitte e case lunghe in legno in cui potevano vivere più di venti persone, secondo uno stile utilizzato a partire dal Neolitico. Non disponevano di finestre ma di più ingressi, con gli estremi utilizzati come magazzino e per le attività lavorative e la parte centrale come soggiorno, cucina e camera da letto. La cultura di Unetice ha lasciato il passo alla Cultura dei Tumuli, che prende il nome dall’usanza di seppellire i defunti sotto montagnole di terreno o detriti naturali o artificiali. La facies sembra mantenere una prominenza della classe guerriera e gli insediamenti si presentano sotto forma di villaggi o centri fortificati. Le piazzeforti erano costruite facendo ricorso a legno, pietra e cera, ricordando in alcuni casi il Murus Gallicus, costruito in Gallia e descritto anche da Giulio Cesare. Sono stati trovato manufatti in oro, come cappelli, degli oggetti conici aventi scopo decorativo tipico del Bronzo europeo, tra cui uno che indica le fasi lunari conservato al Neues Museum di Berlino. In Repubblica Ceca sono stati trovati dei dischi rappresentanti dei calendari.

Cappello d'oro di Berlino
Cappello d’oro di Berlino

Alla cultura di Unetice viene attribuito il Disco di Nebra, rinvenuto nella località tedesca. Si tratta di una lastra in metallo con applicazioni in oro che ritrae il Sole, la Luna e un gruppo di stelle identificati più volte come la Costellazione delle Pleiadi. Sul bordo destro sono presenti due linee curve e queste sono state talvolta identificate come due comete. Si tratta della più remota rappresentazione del cielo rinvenuta, a dimostrazione che questi europei preistorici erano dotati di una cultura ben più complessa di quanto si immaginasse. Il suo specifico significato e la sua funzione sono tuttora oggetto di dibattito.

Disco di Nebra
Disco di Nebra

Nelle stesse aree, inclusa l’Italia centro-settentrionale, si manifestò la Cultura dei Campi delle Urne. Il nome viene dall’usanza di cremare i defunti e sistemare le ceneri in urne, che a loro volta vengono seppellite in dei campi. Le migliorie nella metallurgia e nella lavorazione del legno portarono a una più florida agricoltura che si tradusse in un incremento demografico. A riprova di un’assenza di grandi dislivelli tra le classi sociali i resti dei villaggi rinvenuti mostrano la presenza di abitazioni della stessa tipologia e di estensione simile, caratterizzati da ambienti accessori simili a quelle utilizzate nei periodi precedenti. Le genti osservavano pratiche sacrificali e votive a riprova di un’accentuata sensibilità di tipo mistico o religioso. Si fanno largo le simbologie del disco, del carro e del carro solare. Quest’ultimo elemento ricorda l’iconografia del dio greco Apollo, che traina il Sole su di un carro che solca i cieli. Il fuoco pare assumere una forma sacrale e simbolica che suggerisce che in questa fase stavano prendendo forma le religioni storiche dei popoli europei. Questa cultura viene associata alla costituzione dei Celti e degli Italici.

Artigiani del bronzo
Artigiani del bronzo

In Scandinavia la prima cultura attestata è quella del Bicchiere Imbutiforme, che prende il nome da ceramiche, vasi e anfore che ricordano appunto un imbuto. Le abitazioni erano concentrate accanto a tombe monumentali. I defunti venivano seppelliti in tumuli con camere in legno. Dapprima queste assunsero la struttura di long barrow, cioè tumuli di terra rettangolari o trapezoidali. Successivamente si passò alle tombe a galleria, composte da un corridoio funerario, e da dolmen.

Nel giro di poche generazioni questa cultura venne sostituita: lungo il bacino dell’Elba, tra Germania Nord-orientale e Polonia si affermò la Cultura delle Anfore Globulari, che appunto prende il nome dai tipici oggetti artigianali. Si praticava l’inumazione in fosse o in una ciste, recipienti cilindrici con coperchio. Nelle sepolture si potevano trovare corredi con le tipiche anfore e asce, mentre caratteristica usanza di seppellire degli animali come i buoi insieme al defunto.

La Cultura della Ceramica Cordata si caratterizzò con decorazioni impresse a corda in asce e ceramiche e comparve in Scandinavia e nella Russia Settentrionale. In Europa Nord-Occidentale sono state ritrovate tombe singole con corredo comprendente ascia, perle d’ambra e vasi di ceramica. I membri di queste comunità furono tra i primi a spostarsi a cavallo e a utilizzare i carri con le ruote. Il carro come simbologia solare compare in diversi manufatti, uno die più celebri è Il carro solare di Trundholm, Solvognen in danese, (vedi immagine di apertura), rinvenuto nell’omonima località della Danimarca. Venne realizzato con la tecnica della cera persa . Il manufatto rappresentazione in miniatura di un carro di culto che veniva guidato lungo un percorso magico-solare e potrebbe esser stato collocato come offerta in un luogo di sepoltura oggi scomparso. Spesso si trattava di pastori nomadi, ma sono emerse alcune prove che esistevano comunità di agricoltori sedentari: tracce di grano e orzo sono state individuate a Bronocice in Polonia. L’allevamento sfruttava le pecore per la lana e le mucche per il latte, infatti  questa viene associata alla diffusione dei geni implicati nella tolleranza al lattosio, particolarmente diffusi nel Nord Europa. Le tombe sono semplici sepolture a fossa o in tumuli leggermente rialzati. Si può individuare un passaggio del testimone tra le suddette culture del Bicchiere Imbutiforme e della ceramica cordata, potendole collegare a Occidente agli antenati dei Germani e a Oriente agli antenati dei Baltici e degli Slavi.

Guerriero, Christian Sloan Hall
Guerriero, Christian Sloan Hall

Un posto particolare occupa la Cultura di Cucuteni-Tripilla, che sorse tra il tardo Neolitico e l’Età del Rame tra il 5.500 e il 2.600 avanti Cristo tra Romania, Moldavia e Ucraina, e che costituì un unicum nella Preistoria europea: in un periodo dove nel vecchio continente esistevano solo strutture sociali nomadi o seminomadi, sorsero le prime città che arrivarono a contare tra i 10.000 e 15.000 abitanti. Il fatto che si trattava di insediamenti, sorti solitamente vicino ai fiume ma non mancano alcuni sugli altipiani, che venivano abbandonati dopo alcune generazione non toglie straordinarietà a questa affascinante manifestazione antropica. Le prime abitazione erano costituite da paglia e canne con pavimenti di argilla. L’agricoltura era l’attività principale con la coltivazione di grano, segale e piselli. Erano comunque praticate caccia e raccolta. Si allevavano maiali, pecore, capre e anche il cavallo. Sono stati rinvenuti uncini e monili, inclusi gioielli, in rame. Successivamente si passò a dimore con muri di legno rafforzati con argilla. La lavorazione della ceramica accrebbe progressivamente di importanza, mentre si presero a utilizzare asce in rame. Il grano veniva raccolto in contenitori di terracotta dalla tipica forma di pera. Sono state trovate molte statuette raffiguranti soggetti femminili. Negli ornamenti nella fase più tarda si imposero i motivi a funi mentre l’allevamento del cavallo crebbe d’importanza. I centri abitati venivano difesi con terrapieni e fossati. Con l’ingresso dell’età del bronzo queste tribù adattarono la loro produzione di manufatti all’utilizzo del nuovo metallo.

 

Agli albori della civiltà greca

I valori dell’aristocrazia guerriera dei Micenei ispirano la narrazione dei poemi omerici, datati però attorno al 750 avanti Cristo. Distinguersi in battaglia per capacità e coraggio è fondamentale per i membri di questa élite. Le proprie gesta devono trovare un riconoscimento sociale e potenzialmente aspirare a entrare nella memoria collettiva. Questa è l’aretè, concetto greco che indica la capacità di assolvere bene il proprio compito, non limitandosi alla semplice abilità materiale ma andando a definire il valore spirituale di un individuo. Creta lascia strutture architettoniche imponenti come il Palazzo di Cnosso. Simbolo della Civiltà Micenea è la Porta del Leoni, ingresso monumentale alla rocca, mentre il Tempio Reale di dell’acropoli di Tirinto, di cui resta una  anticipa alcune caratteristiche della struttura dei templi greci classici.

L'Iliade
L’Iliade

 

Un ricco retaggio dimenticato

Esiste un punto d’unione tra lo sviluppo della Grecia, ponte europeo verso il Vicino e Medio Oriente, culla della civiltà, e il resto dell’Europa?

Sappiamo che esistevano importanti scambi commerciali di metalli che attraversavano il continente: come Toscana sarebbe stata al centro di una rete commerciale che portava il rame alle Alpi Occidentali in Francia e in quelle orientali, in Trentino-Alto Adige, nei pressi del confine con l’Austria. All’Età del Bronzo invece risalirebbero degli scambi commerciali di pietre decorate tra la Scandinavia e le Alpi Italiane, secondo uno studio tracciato da Lene Melheim e Anette Sand-Eriksen dell’Università di Oslo. Pietre decorate risalenti all’Età del Bronzo mostrano somiglianze inaspettate non sempre sono prove di contatti diretti tra genti tra loro lontane ma indicano la presenza di una iconografia paneuropea. Frequente è il simbolismo legato al Sole e i richiami di stile tra Scandinavia e Alpi corroborano la tesi di contatti commerciali frequenti tra le due aree. Risale al tredicesimo secolo avanti cristo la Battaglia di Tollense in Germania.  Le stime indicano che circa 2500 guerrieri hanno combattuto nella battaglia di cui questo luogo archeologico fu teatro nel XIII secolo a.C. Si tratta del più grande sito di battaglia testimoniato da uno scavo risalente a quell’era al mondo. Pare plausibile immaginare interessi politici ed economici di un’entità già considerevole in atto: il controllo di vicini giacimenti di rame e quello della navigazione fluviali per fini commerciali del fiume Elba potrebbero essere alla base di questo scontro armato di vaste dimensioni.

Guerrieri dell'Età del Bronzo
Guerrieri dell’Età del Bronzo

Proprio vicino al sito di Tollense, sempre nell’età del bronzo il circondario del Prignitz è stato il teatro di un’importante scoperta archeologica in un sito ubicato vicino alla città di Seddin. Gli addetti ai lavori hanno scoperto i resti di quella che parrebbe essere una sala riunioni – o sala del trono – del IX o X secolo a.C. La costruzione ha dimensioni sono uniche per l’età del bronzo dell’Europa continentale. La struttura misura 10 x 31 metri, con una superficie interna di oltre 250 metri quadrati. ll ritrovamento è avvenuto nei pressi di una sontuosa tomba attribuibile a una persona di rango elevato. L’edificio, che presenta una parte absidata – dove forse potrebbe esser stato collocato un trono – era costruito in legno con intonacatura a graticcio ed era probabilmente alto 7 metri.  La tomba invece, coperta da un grande tumulo di terra, conteneva anche oggetti importati provenienti dal Mediterraneo, come vasi di bronzo e piccole perle di vetro.

Sito della Sala Riunioni del Bronzo
Sito della Sala Riunioni del Bronzo

Nell’Età del bronzo furono rinvenute numerose spade di pregevole fattura: alcune, meno resistenti sembrano essere state concepite a scopo decorativo. Si tratta infatti del primo periodo noto in cui in Occidente sono state creare armi in modo specifico per il combattimento. La pericolosità di questi strumenti di guerra obbligava a porre particolare attenzione nell’utilizzo, quindi dovevano esistere tecniche di scherma da tramandare e allenare. Alcuni indumenti ritrovati hanno danni, associati a specifici movimenti di lama,  che possono essere il risultato di scontri con le spade,a dimostrazione del fatto che queste venivano utilizzate in scontri ravvicinati. Gli schemi di questi colpi impressi sugli indumenti avevano caratterizzazioni di continuità nello spazio nel tempo, per cui dovevano esserci vere e proprie tecniche che venivano trasmesse da maestro ad allievo. Colpiscono le ottime condizioni con cui è stata ritrovata una spada a Nördlingen, in Baviera (Germania), risalente al XIV secolo avanti Cristo, circa un secolo prima dello scontro di Tollense. L’arma rinvenuta, che ricorda illustrazioni del genere letterario fantasy, faceva parte di un corredo funerario, arricchito a degli oggetti in bronzo, appartenente a tre persone: un uomo, una donna e un ragazzo. Non è chiaro se costituissero un nucleo familiare. La spada ha un’elsa ottagonale ed è in bronzo. L’impugnatura è fusa sotto la lama, utilizzando una tecnica chiamata  “colata a sovrapposizione”. L’elsa è decorata con intarsi, rivetti e punzoni. L’arma non presenta segni di colpi ma il baricentro nella parte anteriore della lama suggerisce che potesse essere utilizzata di taglio: probabilmente quindi la spada era un’arma effettivamente utilizzata in battaglia e non creata semplicemente a scopo decorativo.

Spada rinveuta a Nordlingen
Spada rinveuta a Nördlingen

Quel che emerge da più elementi che sono emersi è una Preistoria d’Europa più ricca e accesa di quanto descritta finora, con dei legami culturali e commerciali insospettabilmente forti. Un passato che parla dell’identità dei popoli europei e del loro bagaglio culturale, che forse ha ancora molte sorprese da svelare. L’archeologo tedesco Heinrich Schiemann dimostrò con i risultati dei suoi scavi che la Guerra di Troia narrata nell’Iliade è stata davvero combattuta nell’Età del Bronzo, in ogni caso dei fatti reali hanno riecheggiato tra le pagine della letteratura. È dunque possibile che le imprese di altri eroi le cui gesta sono state finora dimenticate dalle nebbie della Storia aspettino di essere riportate alla luce attraverso l’archeologia.

Guerriero del bronzo
Guerriero del bronzo

Riferimenti

Autori vari, Grande Enciclopedia De Agostini, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1996

 

 

Rete commerciale tra Italia e resto d’Europa nella Preistoria

La Battaglia di Tollense dell’Età del Bronzo: il ritrovamento che riscrive la Storia

https://www.heritagedaily.com/2020/04/bronze-age-swords-bear-the-marks-of-skilled-fighters/128025

Carro solare di Trundholm
Carro solare di Trundholm
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David Sciuga

Si è laureato con lode prima in Lettere Moderne poi in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi della Tuscia. Successivamente ha conseguito il Master di II livello in Management presso la Bologna Business School. La sua tesi di laurea magistrale “La critica della civiltà dei consumi nell’ideologia di Pier Paolo Pasolini” è stata pubblicata da "OttoNovecento", rivista letteraria dell'Università Cattolica di Milano, ed è tuttora disponibile sul portale spagnolo delle pubblicazioni scientifiche Dialnet. Da giornalista pubblicista ha lavorato per il Nuovo Corriere Viterbese e per diverse testate locali, inoltre è anche blogger e critico cinematografico. Ha collaborato con il festival teatrale dei Quartieri dell’Arte e con l’Est Film Festival, di cui è stato presidente di giuria. Come manager di marketing e comunicazione ha lavorato per STS Academy, agenzia di formazione di security e intelligence. Il suo racconto "Sala da ballo" è stato incluso nell’antologia del primo concorso letterario nazionale "Tracce per la Meta". Successivamente è stato premiato con il secondo posto al Premio Internazionale di poesia “Oggi Futuro” indetto dall’Accademia dei Micenei. È stato moderatore di conferenze di geopolitica dove sono intervenuti giornalisti di rilievo nazionale. L'animal fantasy "Due fratelli" è il suo primo romanzo, pubblicato con la casa editrice Lulu.com, a cui segue il romanzo di formazione "Come quando ero soldato". Collabora con il web magazine "L'Undici". Parla correttamente l'inglese, possiede elementi di francese e tedesco.

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