Stefano Massini è uno scrittore moderno che parla in modo accessibile ma rigoroso: sa trasmettere contenuti ma anche emozioni. Emozioni che spiega a modo suo in uno spettacolo teatrale dove fa viaggiare con le parole
Chi è Massini
Faccia da vichingo, fisico asciutto e vestiario minimale, quasi sportivo, in scena: Massini è lontano dalla tipica aria compassata
dei pingui soloni della cultura che indossano giacca e doppiopetto anche per andare al mare.
Fiorentino, ha conseguito una laurea “inutile” studiando lettere antiche mentre maturava le prime esperienze a teatro.
Amante della bicicletta: sostiene che l’attività ciclistica lo aiuta a farsi venire le idee per i suoi testi e a provare le battute a voce.
È ospite fisso in televisione al talk show politico di La7 Piazza Pulita dove si esibisce con i suoi monologhi che danno un punto
d’osservazione trasversale su fatti di attualità, raccontando storie che, partendo da spunti letterari, storici, artistici e in
generale culturali, offrono una chiave di lettura emozionale e coinvolgente. A volte questi monologhi sembrano cedere a facili
soluzioni retoriche, ma quasi sempre sono da applausi. Gira l’Italia tra esibizioni televisive e spettacoli teatrali ma la sua base
resta un piccolo centro collinare tra Firenze e Pisa, lontano dal trambusto e dalle folle che dice di non amare. Ovviamente
quando non sale sul palco. La sua via d’espressione anticoncezionale ha trovato riscontro in numerosi premi letterari: in
particolare il testo teatrale della “Lehman Trilogy”, che racconta storia di una potentissima famiglia di banchieri, ha vinto il
prestigioso Premio Campiello e riconoscimenti anche all’estero.
La crisi della figura dell’intellettuale
Questo è un periodo storico in cui la figura dell’intellettuale e dello scrittore ha perso il prestigio di cui godeva: difficilmente
una persona media riuscirebbe a fare qualche nome di romanzieri e poeti attivi dopo il 1970. La letteratura ha visto
assottigliarsi il suo pubblico e all’intellettuale è rimasto spazio quasi esclusivamente nelle aule universitarie. Si tratta ormai
perlopiù di situazioni stagnanti e autoreferenziali, dove gruppetti chiusi parlano a gruppetti chiusi che “se la cantano e se la
sonano”, rendendo questi scampi spesso aridi e sterili. Gli intellettuali non sanno più comunicare con il pubblico, relegato in un
angoletto e a volte ostaggio della loro prosopopea.
Come può un intellettuale reinventarsi oggi?
In un periodo storico in cui le lettere e le arti tutte non se la passano affatto bene, Massini, forte della sua esperienza a teatro sembra aver trovato una sua formula vincente.
Ricordando che si tratta di un fertile e ispirato autore di romanzi, ha posto in evidenza l’importanza dell’oralità accanto la parola scritta, che, se lasciata da sola,
rischia di impolverarsi. Anticamente la letteratura si tramandava raccontando a voce e questa funzione originaria non va
perduta: spettava ai “narratori di comunità” custodire e contribuire a rinnovare il baglio culturale di esperienze dei popoli.
La poesia solo recentemente cerca di riguadagnare popolarità con nuove forme dopo esser caduta nel dimenticatoio dal momento in cui
si è smesso di recitarla. L’autore fiorentino parla al pubblico, facendo attenzione ai tempi teatrali, al ritmo e catturando
l’attenzione. Ha dimostrato che si può essere accessibili a un pubblico più ampio senza perdere lo spessore dei contenuti.
Lo spettacolo: “L’alfabeto delle emozioni”
Massini porta con sé in scena una scatola e da essa tira fuori delle lettere dell’alfabeto in legno, ogni lettera per un’emozione:
Rabbia, Noia, Paura, Empatia…
La musica interviene in modo non invasivo per dare enfasi e coinvolgere nei giusti momenti, utilizzata comunque con
parsimonia. Queste emozioni vengono sviscerate attraverso riferimenti culturali, incluse, quando serve agili digressioni
scientifiche. Ma questo avviene ovviamente soprattutto raccontando storie che diventano il canale per osservare situazioni
sotto un’angolatura inusuale, che permette di vederle sotto una diversa.
Non manca una vena comica: per dimostrare che il modo con cui gli altri ci vedono è parziale e mostra soprattutto quello che
loro sanno o vogliono scorgere di noi, l’autore si esibisce in un’agiografia scanzonata che spiega come molti santi siano
diventati protettori di ambiti che nulla hanno a che fare con la loro vita e i loro interessi,
come San Lorenzo, martirizzato sulla graticola che diventò, suo malgrado, patrone delle…rosticcerie.
Tra risate e momenti poetici e toccanti questo viaggio compiuto stando a teatro mostra come le emozioni vadano accettate e
non combattute, tutte fanno parte della vita e vanno a contribuirne alla pienezza perché “è il chiaroscuro che rafforza la luce
nell’ombra”. Proprio come ha fatto Stefano Massini in una domenica sera a dal palco di un teatro.