L’ inesorabile irrilevanza della UE è sempre più grave e pericolosa

L’ inesorabile irrilevanza della UE è sempre più grave e pericolosa

Ormai, dopo tanti anni, la reale consistenza dell’Unione Europea è nota a tutti gli individui pensanti, ovvero una pseudo-istituzione, composta da soggetti corrotti, disposti a sacrificare gli interessi dei popoli europei per i vantaggi geostrategici americani.

Essenzialmente il ruolo dell’Unione Europea, come si è chiaramente capito da anni, è garantire e proteggere gli interessi dei visionari che controllano Dem e Neocon e degli appaltatori di alto profilo americani (e spesso le due componenti coincidono) per mezzo di una subordinazione assoluta alla NATO, che è anch’essa uno strumento in mano agli appaltatori di alto profilo americani nel campo delle armi pesanti. Le prove di tutto questo si sono mostrate impietosamente in fenomeni ormai raccontati in maniera trita e ritrita, sotto gli occhi di tutti da anni, ormai difficili da negare perfino nell’informazione mainstream, come ad esempio l’incapacità dell’Unione Europea di esprimere un polo tecnologico concorrenziale con gli Stati Uniti, Cina e Russia; l’incapacità di conservare un equilibrio nelle relazioni internazionali finalizzato alla pace; l’incapacità di avere una politica per la gestione migratoria; perfino l’incapacità di produrre un semplice vaccino per i propri popoli che possa contrastare la pericolosa egemonia dei produttori americani come Moderna o Pfizer e, non certo per ultimo, l’incapacità – e speriamo d’esser ripetitivi per una giusta causa – di manifestare quella che è la sua argomentazione preferenziale, ovverosia la ragione di fondo kantiana della “perpetuazione della pace” che rende significativa l’Unione Europea in termini di retorica esistenziale. Perfino il più alacre euroscettico alla fin fine potrebbe anche essere minimamente soddisfatto se Bruxelles fosse in grado di far sentire il peso della propria opinione nei conflitti internazionali o se potesse esprimere una forma di concorrenza alle altre potenze mondiali, ma la sua inadempienza si è vista in ogni occasione, dalla pandemia alla guerra in Ucraina. L’Europa è l’unica vera sconfitta della guerra in Ucraina (oltre ovviamente all’Ucraina stessa) dalla quale tutti guadagneranno, e non solo USA, Russia e Cina in via indiretta, ma anche Ungheria e Polonia. I motivi per cui l’Unione Europea, guidata da una affarista senza scrupoli, eversiva e protettrice irriducibile degli interessi americani Ursula Von Der Leyen, è e sarà l’unica grande sconfitta sono molti, alcuni dei quali assolutamente scontati, ma basta chiarirne uno tra questi per rendersi conto di quale fine dolorosa e suicida l’Europa si appresta a fare. L’appoggio incondizionato e acritico all’Ucraina – o per meglio dire, agli interessi rapaci degli appaltatori americani – ha ormai distrutto due dei tre grandi meccanismi che tengono Bruxelles in una posizione minimamente e residualmente vantaggiosa:

1) Avere a disposizione i capitali americani a condizioni vantaggiose

2) Avere prodotti finiti a basso costo dalla Cina

3) Avere energia a basso costo dalla Russia.

Due di questi tre grandi pilastri della politica di Bruxelles sembrano ormai irrimediabilmente compromessi e questo peserà mortalmente non solo per l’irreversibile irrilevanza e inaffidabilità di Bruxelles nelle relazioni internazionali, avendo ormai conclamato il proprio ruolo sottomesso agli Stati Uniti, ma anche per le proprie condizioni economiche e per la macelleria sociale che comporterà nell’economia reale. Mentre ormai molti stati africani si mettono al tavolo “sollevandosi” contro l’occidente per appoggiare la Russia; l’Arabia Saudita entra nel gruppo dei BRICS e svolge il suo ruolo nella de-dollarizzazione; l’Europa si sacrifica per compiacere gli appaltatori di alto profilo americani per una alleanza a senso unico. Eppure, viene da dire, nonostante questo, è impossibile per Bruxelles non avere un doppio standard sulla Russia. A febbraio 2022 sentivamo il portavoce dell’Unione Europea per le energie Tim McPhie che divulgava l’interruzione di tutte le importazioni di petrolio e carbone dalla Russia, così come la Von Der Leyen comunicava che la Russia “ha una economia a pezzi”, ma questo non sembra essere coerente con ciò che sostiene l’analista di politica estera dell’UE Elija Magnier in tempi più recenti di quest’anno.

EJM good photo“Non sentiamo più Ursula von der Leyen dire che l’economia russa è a brandelli perché è l’economia europea ad essere a brandelli. E se tagliassimo fuori il gas e il petrolio dalla Russia, allora, qui in Europa, saremmo in profonda crisi e in un grosso guaio”. Elijah J Magnier

La ONG internazionale Global Witness, operativa sul campo della tutela ambientale ha fatto sapere che a fine agosto l’Europa rimaneva il primo acquirente di gas naturale liquefatto russo. Secondo la stima che gli analisti di Global Witness fanno dei dati Kpler i Paesi dell’UE hanno speso quasi 5,3 miliardi di euro per acquistare oltre la metà di tutto il gas naturale liquefatto (o GNL se preferite) russo durante i primi sette mesi del 2023, con Spagna e Belgio il secondo e il terzo maggiore acquirente a livello mondiale. In sostanza, dati alla mano, i paesi dell’Unione Europea stanno acquistando molto più gas naturale liquefatto russo ora rispetto a prima dell’invasione dell’Ucraina, eppure tutti i media televisivi e cartacei, e con loro la politica occidentale, non rinunciano mai alla retorica anti-mosca.

È impossibile negare che in termini di prestigio e reputazione, l’Unione Europea sia ormai del tutto sgretolata agli occhi degli stati africani e asiatici, e a questo presto seguirà la sua disgregazione economica che Ursula Von Der Leyen (principalmente nel ruolo di frontwoman, intendiamoci) porta avanti in maniera inesorabile e mentre tutto il mondo si risveglia e capisce il proprio punto ideale nella lotta per l’egemonia definitiva che il blocco atlantico intraprende con la Russia e la Cina; mentre l’africa, riportando le parole di Cristopher Roach (analista per American Greatness, The Federalist e molti altri enti) descrive la “Rivolta del Terzo Mondo contro la Grandezza Americana” L’ Europa ammaestra giovani burocrati e fact checker per censurare internet e mettere sotto pressione imprenditori ambigui come Musk o Zuckerberg (non certo felici di questo, occorre ammettere), oppure parla di diritti, di Green, di maschilismo e altri argomenti da “arruffa-popolo”; decisamente una brutta fine, soprattutto perchè i popoli occidentali, brillanti fin quando si tratta di fare video su Tik-Tok, sembrano assolutamente inconsapevoli della valanga che gli sta venendo addosso. Come si ripete da anni e anni ormai – perché qui di novità, avrete notato, ce ne sono poche se non quella di una accelerazione preoccupante della fine dell’UE – per Bruxelles sta scoccando l’ora delle ultime occasioni per assumere una posizione più neutrale e salvaguardare le sue relazioni, sicurezza ed economia. 

Note, Riferimenti e Approfondimenti

Summit di San Pietroburgo (Ansa, 27 Luglio)

Digital Service Act (David Sciuga, 2 Settembre)

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Pat Antonini

Ha studiato letterature e lingue straniere moderne, collabora stabilmente con Hyperborea, Centro Studi Eurasia Mediterraneo, Dragonsword e Punto di Fuga

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