Guadagnare: quando la tecnica pratica è attitudine mentale

Guadagnare: quando la tecnica pratica è attitudine mentale

Come guadagnare è l’interrogativo di moltissime persone oggigiorno.

Il cavallo da battaglia di moltissimi “guru” che intendono speculare sulle loro più o meno comprovate competenze nei più disparati ambiti;

dal network marketing, al social media management, alle affiliazioni, al trading on-line, fino ai più squallidi e beceri meccanismi perversi di marketing piramidale.

Guadagnare è credere e insistere sulle proprie passioni.

Studiare, ma non pensare che lo studio porti per sua natura a qualcosa di concreto; approcciarsi piuttosto allo studio per acquisire

quelle conoscenze base per poi potersi avventurare nell’edificare grandi progetti di emancipazione e libertà finanziaria, come insegna Robert Kiyosaki, imprenditore e scrittore statunitense di origine giapponese, che nelle sue trattazioni unisce brillantemente crescita personale e impresa 

 

Guadagnare

I quadranti del Cash Flow

 

Sono questi secondo Robert Kiyosaki i quadranti del cash-flow;

quel flusso di denaro in  grado di mettere l’individuo nelle condizioni di creare un proprio autonomo sistema per cui

sia il denaro a generare denaro “passivamente”, senza che le persone siano obbligate a lavorare duramente tutta la vita per poter guadagnare.

Nei quadranti di sinistra vi sono i dipendenti e gli autonomi:

i primi lavorano sotto padrone per uno stipendio più o meno contenuto, ma comunque apparentemente sicuro e vedono accrescere lentamente la propria sicurezza economica,

facendo carriera ed impegnandosi in un qualcosa che il più delle volte non li rappresenta pienamente, i dipendenti possono guadagnare abbastanza da permettersi una vita più che dignitosa per se stessi e per i propri figli.

Gli autonomi sono quei lavoratori che hanno avuto il coraggio di creare un loro sistema e che pur non avendo sotto di se altri dipendenti non dipendono da nessuno.

Questi sono molto oberati di fatica perché non finiscono mai di lavorare quando terminano le otto ore, ma inseguono continuamente il proprio bisogno di profitto.

Se si ammalano, si demotivano, si prendono una vacanza o rallentano il ritmo rischiano di non guadagnare e perdere clienti.

Gli autonomi hanno una maggiore libertà di manovra, stipendi più alti, ma meno sicurezza.

Poi ci sono i quadranti di destra, che rappresentano il salto mentale che Kiyosaki auspica per ogni lavoratore.

Chi si trova a destra è un titolare di un’impresa o un Investitore, sia esso del settore finanziario, produttivo-energetico, o immobiliare.

In questi quadranti la logica è quella del monopoli:

comprare quattro case verdi per poi venderle e comprare un albergo rosso.

 

 

Guadagnare
Modello DATI

 

Chi si trova nei due quadranti di destra è destinato

ad espandersi fino

al punto da raggiungere la libertà finanziaria

e far lavorare i soldi al posto suo.

 

Robert Kiyosaki specifica che si può guadagnare in ogni quadrante e non vi è un quadrante migliore di un altro,

solo i quattro settori hanno caratteristiche differenti e richiedono attitudini mentali specifiche.

Al centro della denuncia dell’autore del testo dal titolo “I quattro quadranti del Cash-flow” ci sta l’attitudine mentale dell’uomo tradizionale che ricerca la sicurezza in un lavoro stabile ed ordinario.

Per Kiyosaki un lavoro “sicuro” è tale solo fin tanto che non viene perso ed è per questo che conveniente sviluppare un attitudine mentale che orienti verso l’indipendenza economica.

Ogni lavoro può essere perso, ma ogni abilità acquisita può generare un flusso di cassa per sempre. 

 

 

ESSERE-FARE-AVERE

 

 

Quello che non viene insegnato a scuola, tanto alle superiori quanto all’università, è proprio come gestire il denaro e come fare in modo che cresca in modo intelligente.

Si esce pieni di nozioni di economia, matematica, storia, finanza, ma non si hanno gli strumenti per saper leggere le crisi, prevederle, gestirle.

Kiyosaki scrive impregnato di cultura statunitense, e cioè di una visione culturale focalizzata sul debito e la precarietà, molto di più rispetto alla realtà europea.

Kiyosaki riflette su come un lavoro tradizionale porti l’individuo a ricercare quei beni primari e necessari per i quali debba necessariamente indebitarsi tutta la vita e lavorare sempre più duramente per permetterseli.

Un approccio mentale costruttivo e orientato a evolversi verso i quadranti di destra punta a canalizzare le energie verso le proprie passioni fino al punto da avviare una propria attività e reinvestirne i proventi in realtà promettenti.

Nella formula di Kiyosaki l’Essere rappresenta la ragione per cui ci si sveglia la mattina, che nella lingua e cultura giapponese equivale al concetto di ikigai (traducibile “qualcosa per cui vivere” o “una ragione per esistere”, equivalente del francese “raison d’être“).

Non si può dimenticare chi si è solo per la necessità di pagare un mutuo o la rata di un prestito.

L’avere è l’obiettivo finale, mentre il fare è quello che si compie concretamente per ottenere l’obiettivo.

Il fare dipende strettamente da come ci si approccia al nostro essere; non sempre si fanno le azioni giuste, in linea con il proprio essere, e in grado di portarci verso i nostri obiettivi.

Spesso gli individui tendono a fare quello che ritengono sia più giusto e non assumono valutazioni oggettive e razionali, ma valutazioni la cui bussola è la paura, o l’educazione familiare.

Per un ragazzo cresciuto da genitori appartenenti ai quadranti di sinistra è difficile avventurarsi nella costruzione di una propria impresa, o nel cercare di dare forma ad una propria idea cercando di capitalizzarla.

La sua educazione è quel vettore naturale verso un lavoro da dipendente, perché “più sicuro” e perché lo stesso lavoro ha portato suo padre a potersi permettere di pagare gli studi ai propri figli.

Il salto mentale da un quadrante di sinistra ad uno di destra impone uno sforzo mentale enorme per abbattere sovrastrutture che sono culturali, ambientali, caratteriali e mentali, prima che oggettive.

Interessante notare come l’autore non sia scettico nei confronti dello studio, o per definizione contrario ad un tipo di lavoro da dipendente.

Kiyosaki esorta piuttosto a non lasciarsi frenare dalle credenze e dalle sovrastrutture, ma sfruttarle per operare il salto mentale da un quadrante all’altro.

È ottimo avere un lavoro da dipendente se questo può rappresentare un punto di partenza per operare uno spostamento di quadrante, come è fondamentale lo studio per conoscere meccanismi e trappole della normativa e della finanza.

Non è però il possesso di titoli di studio a garantire un successo negli affari, ma lo studio attento delle materie come non vengono insegnate a  scuola.

Alla base della denuncia di Kiyosaki sta proprio la mancanza di lungimiranza nei sistemi scolastici nel formare bravi studenti prima che uomini e donne consapevoli dei propri reali mezzi.

Un sistema scolastico così strutturato impone che chiunque si cerchi un mentore che gli insegni a vivere,

se vuole evitare di trascorrere il resto della propria esistenza a credere che i propri sogni sono irrealizzabili solo perché su nessun libro di scuola ha mai trovato scritto “Puoi Farlo!”

 

 

Bibliografia:

  • Robert Kiyosaki, “I quadranti del Cash-flow”, Gribaudi Ed., Milano, 2004
  • Robert Kiyosaky, “Padre ricco, Padre povero”, Gribaudi Ed., Milano, 2004
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Alessandro Gatti

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