Medioevo tra mito e realtà

Medioevo tra mito e realtà

L’Età di Mezzo è un periodo storico che occupa un posto particolare nell’immaginario collettivo: epoca fatata di eroici cavalieri e fiabeschi castelli, che tanto ha ispirato il genere letterario fantasy, o fase di abbruttimento e degrado. Nessuno dei due stereotipi è corretto, anche perché si tratta di un lasso di tempo durato oltre mille anni in cui sono accadute molte cose.  

 

 

Panoramica sugli eventi medievali

 

Almeno una trentina di generazioni si è susseguita nel Medioevo che quindi costituisce un lasso temporale ampio in cui molte cose sono inevitabilmente cambiate. Si tratta di una delle quattro fasi con cui usualmente si divide la Storia del mondo Occidentale, una media aetas tra Antichità da un lato e Storia Moderna e Contemporanea dall’altro. Il Medioevo si divide usualmente in due tronconi: l’Alto Medioevo, dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente all’anno Mille e il Basso Medioevo, fino al 1492, anno della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo e si colloca quindi a metà tra l’Antichità e la Modernità. Effettivamente la prima parte del Medievo fu un periodo di grande incertezza e degrado. Sebbene la caduta dell’Impero Romano non fu un evento che avvenne in un giorno, il vuoto che lasciò fu enorme. Il passaggio alla religione cristiana con l’Editto di Milano nel 313 e definitivamente con quello di Tessalonica nel 380 sancirono di fatto la fine dell’Antichità. La caduta avvenne in concomitanza con le invasioni barbariche, che nei Paesi di lingua tedesca vengono chiamate migrazione di popoli (Völkerwanderung), a nota di una diversa interpretazioni dei fatti presso gli storici dei Paesi che si ritengono i più diretti discendenti degli antichi Germani, il gruppo etnico che principalmente fu protagonista degli spostamenti di massa e che apparteneva a una cultura all’epoca meno sviluppata delle civiltà che si affacciavano sul Mar Mediterraneo. Se è vero che tentativi di ingresso nei territori romani c’erano stati anche in secoli precedenti, lo è anche che molti popoli erano già dentro i confini come federati in cambio del fornimento di uomini per l’esercito. Comunque molte usanze romane come i giochi gladiatori proseguirono fino alla Guerra Greco-Gotica tra Ostrogoti e Bizantini per il dominio d’Italia: seguì una pestilenza con conseguente impoverimento e una drastica diminuzione della popolazione della penisola italiana, culla della Classicità insieme all Grecia. Il tracollo definitivo dell’Antichità fu un periodo di effettivo degrado in tutto l’Occidente.  In questo clima si affermo successivamente il feudalesimo, sistema politico e sociale caratterizzato da un potere centrale debole e un potere locale forte incentrato sull’iconico castello, sede del vassallo con la sua corte e dominato da una nobiltà fondiaria. Tale sistema entrò in crisi e per reazione venne sostituito dai comuni, che videro un impulso economico notevole con l’affermasi delle corporazioni dei mestieri e l’ascesa di una nuova classe sociale: i mercanti. Alcuni di questi nuovi ricchi divennero poi le famiglie che assursero al potere nelle successive Signorie. Parallelamente fiorirono le Repubbliche Marinare prima, che in Italia dominarono i commerci sul Mar Mediterraneo, e le città della Lega Anseatica in Germania poi, protagoniste degli scambi di merci sul Mar Baltico. In questo nuovo clima di ritrovata relativa stabilità rifiorirono l’arte e la cultura: i Trobatori francesi promossero la poesia in volgare, inaugurando dal XII secolo una tradizione letteraria non più incentrata esclusivamente sul Latino. La corte dell’imperatore Federico II di Svevia a Palermo si rese protagonista di uno straordinario periodo culturale nel Sud Italia, tanto fu splendente l’operato federiciano nelle arti e nella vita sociale che l’esponente della nobile famiglia tedesca degli Hohenstaufen venne chiamato “Stupor Mondi”, (meraviglia del mondo), titolo onorifico che un tempo spettava ai condottieri romani che si erano meglio distinti sul campo di battaglia.

Federico II di Svevia, alla sua corte fiorirono arte e cultura
Federico II di Svevia, alla sua corte fiorirono arte e cultura

In questo particolare contesto, crocevia di culture e lingue diverse,  emerse la scuola poetica siciliana, da cui presero ispirazione gli autori del Dolce Stil Novo di cui fu inizialmente esponente Dante Alighieri con la Divina Commedia, capolavoro letterario universalmente riconosciuto. Nel Basso Medioevo brillarono altri grandi poeti come Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio. Il volgare Fiorentino, nobilitato dall’utilizzo nella letteratura da parte di grandi scrittori come questi tre grandi autori, divenne il modello per la Lingua Italiana.

Dante, Petrarca e Bocaccio: tre grandi della letteratura mondiale
Dante, Petrarca e Bocaccio: tre grandi della letteratura mondiale

Nel Medioevo fiorirono gli stili architettonici riconoscibili in molte architetture sacre: quello romanico e quello gotico. Tra il XIII e il XIV secolo Giotto operò una rivoluzione nelle arti visive conferendo una plasticità sconosciuta ai suoi predecessori nei soggetti dei suoi dipinti. 

Giotto, pittore rivoluzionario

Giotto pittore rivoluzionario
Giotto, pittore rivoluzionario

Dopo che filosofi islamici come Avicenna e Averroè diedero nuovo impulso a questa branca del sapere, tra l’altro recuperando testi greci, la filosofia nel Tredicesimo secolo conobbe nuovo splendore con autori come Ruggero Bacone, Guglielmo di Occam e Meister Echkart. Per quanto la Chiesa svolse un ruolo culturale egemone questa non fu solo un’epoca di oscurantismo religioso. Nel 1088 venne fondata l’Università di Bologna, la prima riconosciuta in Occidente, a cui seguirono quelle di Padova e Napoli, quest’ultima formò i funzionari del suddetto Regno di Federico II. La caccia alle streghe in realtà avvenne ben più tardi, all’epoca di Michelangelo e Galileo. C’era una diffusa superstizione, ma questo riguardava anche l’Antichità. Negli ultimi secoli del  Medioevo si riconobbe nella ragione il tratto distintivo degli  esseri umani: sia il mondo che la fede sono razionali. San Tommaso d’Aquino infatti nella sua Summa Teologica spiegò che la fede e la ragione convivono con diversi modi: ogni scienza ci arriva alla verità con la propria maniera.

 

 

I falsi luoghi comuni sul Medioevo

 

Il Medioevo è il periodo storico su cui si raccontano più luoghi comuni, perché è esso stesso un luogo comune. I risultati della ricerca professionale non arrivano alla cultura diffusa perché il vecchio Medioevo immaginario è comodo così com’è, sia per pigrizia sia per calcolo politico. Sebbene effettivamente il nucleo di molte nazioni europee moderne si sia definito in quest’epoca, ad alti livelli nel Medioevo si cercano talvolta inesistenti origini nazionali, incerca di miti spesso elaborati nel Romanticismo come in molti casi che riguardano i Celti. A un piano inferiore sovente si presentano come medievali riti ed eventi di fantasia, utili alla promozione turistica. Il Medioevo troppo spesso viene dipinto come un contenitore di tutte le brutture di un passato non civilizzato, interpretato come portatore di ciò che viene prima del progresso. 

 

 

La Terra Piatta

 

Quello che più si ricollega all’immagine di un medioevo retrogrado, ignorante e superstizioso è quello per cui gli uomini medievali avrebbero creduto che la terra fosse piatta. Questa idea è arrivata all’epoca contemporanea attraverso un episodio legato a Cristoforo Colombo: quando andò a chiedere alla Regina spagnola Isabella di Castiglia tre caravelle promettendo di trovare una via più breve per raggiungere le Indie, meta ghiottissima per le nuove rotte commerciali, secondo la tradizione questa tentennò perché credeva inizialmente il proposito impossibile proprio per la presunta piattezza del pianeta. In realtà la regina voleva semplicemente valutare la bontà del progetto sottoponendolo a un’apposita commissione, prima di mettere a disposizione i propri fondi. A smentire questa credenza c’è la rappresentazione in molti ritratti degli imperatori medievali con una sfera in mano, spesso sormontata da una croce, a indicare che il Sacro Romano Impero, erede di quello romano e al contempo cristiano, è destinato a governare il mondo per provvidenza divina. 

Carlo Magno con in mano spada e globo sormontato da una croce
Carlo Magno con nella mano destra la spada e in quella sinistra il globo sormontato da una croce

Ne La Spada nella Roccia, celebre film animato della Disney uscito nel 1963, Mago Merlino, precettore di Semola, il futuro Re Artù, gli spiega che nel futuro si scoprirà che la Terra è rotonda e non piatta, portando avanti questa falsa credenza. Invece il santo e monaco cristiano anglosassone Beda il Venerabile visse tra il VII e l’VIII secolo, addirittura prima dell’Historia Brittonum di Nemnius del IX secolo, una delle fonti principali cui attinse il ciclo arturiano.

Costui appunto scrisse che “ciò che chiamiamo Terra è globo”, quindi che la Terra è sferica. Il primo libro in cui si argomenta che la Terra è piatta è datato addirittura 1885 ad opera di William Carpenter. Pubblicato a Baltimora negli Stati Uniti, diede il via al movimento terrapiattista che quindi professa un’idea che non ha nulla a che vedere con il Medioevo.

 

La fine del mondo con l’anno Mille

 

È opinione diffusa che la gente dell’Europa cristiana fosse terrorizzata dall’avvento della fine del mondo con l’ingresso dell’anno Mille. “Mille e non più mille”: nel XIX secolo si credeva che a ridosso della fatidica data che tutti smisero di lavorare, rassegnati all’ineludibile, invece nessuna documentazione dell’epoca suggerisce questo. C’è di più: poteva essere addirittura pericoloso esternare una data a riguardo perché significava andare contro le Sacre Scritture, in quanto nel Vangelo si dice che non è dato sapere quando avverrà la fine del mondo. 

 

Lo Ius Primae Noctis

Il diritto del feudatario di consumare un rapporto sessuale con le spose del territorio sotto la sua giurisdizione durante la prima notte dopo il matrimonio è pura fantasia. Nel Medioevo si parlava di sesso con un’insospettabile libertà, non a caso il licenzioso Decameron di Giovanni Boccaccio, pubblicato dopo il 1351, venne censurato suolo successivamente. Dello Ius Primae Noctis non c’è traccia infatti nelle testimonianze delle rimostranze dei contadini verso il loro signore, il primo a citarlo è un cronista del ‘400, quando si parla delle barbarie dei tempi dei trisnonni, si tratta quindi di un’invenzione per screditare il passato in confronto alla modernità dei tempi contemporanei.

 

Le invenzioni

Molte furono le invenzioni che cambiarono profondamente la vita quotidiana delle persone ad essere concepite proprio nel Medioevo, tra cui gli occhiali, l’orologio meccanico e  le finestre di vetro. Nel campo della ragioneria e della finanza nacquero due innovazioni che attraversarono i secoli: la lettera di cambio, un documento simile a un assegno certificato da un notaio che sostituiva le monete e poteva essere incassato al banco, antesignana degli attuali assegni. Un’altra innovazione fu la partita doppia, un metodo di scrittura contabile in cui entrate e uscite venivano posizionate su due distinte colonne. Risale al tardo Medioevo l’invenzione che a volte viene considerata più legittimata della scoperta dell’America ad essere lo spartiacque della Modernità : invenzione della stampa. Nel 1450 Johannes Gutenberg, che fino ad allora aveva lavorato come orafo nell’allora Sacro Romano Impero Germanico, ideò un torchio tipografico che utilizzava caratteri mobili in metallo. Da allora la circolazione di testi scritti cessò di essere a esclusivo appannaggio delle classi più agiate ma poté cominciare a diffondersi trasversalmente nella società: un’innovazione culturale e sociale epocale.

ohannes Gutenberg, padre della stampa
Johannes Gutenberg, padre della stampa

 

Distinguere il mito dalla realtà

Il Medioevo è quindi diventato un ripostiglio negativo dell’immaginario, a partire quindi dalla fine dello stesso Medioevo. I giuristi del Rinascimento alimentarono questo mito leggendo documenti e interpretandoli a modo loro. Esso è finito quindi per rappresentare un passato oscuro e retrogrado da cui siamo scampati, quando vediamo qualcosa che non ci piace perché contrario ai valori vigenti reputati moderni si parla di ritorno al Medioevo. Troppo frettolosamente questo vasto arco temporale è stato etichettato come Età Oscura.  In realtà l’affine espressione “Secoli Bui” fu coniata nel 1330 da Francesco Petrarca, che non senza buone argomentazioni riteneva i secoli immediatamente successivi alla fine dell’Impero Romano “bui” rispetto alla “luce” dell’antichità classica. Questa definizione venne successivamente e impropriamente estesa a tutto il Medioevo, che incorpora anche l’epoca in cui visse lo stesso letterato italiano. Chi vuole tentare di ricostruire i fatti storici deve prestare molta attenzione a questo aspetto filologico: il passato viene ricomposto in modo funzionale alle esigenze della classe dominante del presente e interrogarsi sul come si conoscono le cose, anche quelle apparentemente più assodate, è illuminante e può riservare delle inaspettate sorprese. Il modo in cui cui il passato si ricrea sulla base di esigenze politiche attuali viene espresso in modo calzante in 1984, il romanzo di George Orwell del 1948 dove il regime reinventa anche il passato attraverso l’operato dell’apposito Ministero della Verità. È facile semplificare e comodo alimentare stereotipi ma chi vuole davvero avventurarsi nella Storia non può lasciarsi sfuggire che in questo millennio l’umanità ha attraversato periodi oscuri ma anche toccato inusitate vette che hanno lasciato un’importante eredità anche per le generazioni successive.

Medioevo: imponenti castelli e prodi cavalieri
Medioevo: imponenti castelli e prodi cavalieri

 

Riferimenti

https://www.esquire.com/it/lifestyle/tecnologia/a42002590/sette-invenzioni-del-medioevo/

Author Image
David Sciuga

Si è laureato con lode prima in Lettere Moderne poi in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi della Tuscia. Successivamente ha conseguito il Master di II livello in Management presso la Bologna Business School. La sua tesi di laurea magistrale “La critica della civiltà dei consumi nell’ideologia di Pier Paolo Pasolini” è stata pubblicata da "OttoNovecento", rivista letteraria dell'Università Cattolica di Milano, ed è tuttora disponibile sul portale spagnolo delle pubblicazioni scientifiche Dialnet. Da giornalista pubblicista ha lavorato per il Nuovo Corriere Viterbese e per diverse testate locali, inoltre è anche blogger e critico cinematografico. Ha collaborato con il festival teatrale dei Quartieri dell’Arte e con l’Est Film Festival, di cui è stato presidente di giuria. Come manager di marketing e comunicazione ha lavorato per STS Academy, agenzia di formazione di security e intelligence. Il suo racconto "Sala da ballo" è stato incluso nell’antologia del primo concorso letterario nazionale "Tracce per la Meta". Successivamente è stato premiato con il secondo posto al Premio Internazionale di poesia “Oggi Futuro” indetto dall’Accademia dei Micenei. È stato moderatore di conferenze di geopolitica dove sono intervenuti giornalisti di rilievo nazionale. L'animal fantasy "Due fratelli" è il suo primo romanzo, pubblicato con la casa editrice Lulu.com, a cui segue il romanzo di formazione "Come quando ero soldato". Collabora con il web magazine "L'Undici". Parla correttamente l'inglese, possiede elementi di francese e tedesco.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.