Tulsi Gabbard spacca la sinistra americana

Tulsi Gabbard spacca la sinistra americana

Anche negli Stati Uniti, si sono levate numerose voci contro l’operato di Joe Biden e dei progressisti in senso ampio del termine. Tulsi Gabbard è incontestabilmente quella di maggiore prominenza in tal senso, anche se, a ben guardare, la deputata hawaiana è ormai da lungo tempo – o forse dovremmo dire da sempre –  abituata ad assumere posizioni anticonformiste, acuminatamente critiche contro il politicamente corretto, il progressismo, il globalismo e tutto il nocciolo ideologico che alimenta il motore delle sinistre liberali.

Tulsi Gabbard 300x296Oggi Tulsi Gabbard non è più in forza al Partito Democratico, ma se proprio si vuol esser precisi, l’ex delegata di Bernie Sunders era irreparabilmente in disaccordo con la sinistra americana già da molto tempo, basti pensare a quando  Hillary Clinton la accusò – mentre la Gabbard svolgeva i suoi mandati (2013-2021) – d’essere un “asset russo” e questo solo perchè elogiò l’operato di Vladimir Putin nella lotta al terrorismo, la cui efficacia è stata sempre riconosciuta in ogni parte, perfino dai suoi più acerrimi detrattori. L’ex guardia nazionale, istruttrice di arti marziali e surfista hawaiana, ha sempre auspicato un dialogo pacifico con Russia e Cina, e ha denunciato puntualmente il degrado guerrafondaio, transumanista, antidemocratico finto-pacifista e ipocrita della galassia progressista americana anche tempo fa, di certo prima del suo abbandono del partito e prima della sua roboante intervista da Tucker Carlson su Fox News, bensì ancorchè fosse esponente di spicco del Partito Democratico. Appare sicchè assai logico l’epilogo che vede la deputata Gabbard separata dallo stesso partito di Joe Biden, quel partito agli ordini dei grandi appaltatori della guerra, che incoraggia i conflitti nel mondo e punta ormai ad esacerbare le tensioni con Cina e Russia. Come sempre Tulsi Gabbard ha rinnovato la decisione delle sue posizioni, dimostrandosi incredibilmente capace nel mettere a nudo il dimorfismo schizofrenico di una ideologia predatoria, clericale e bellicista, che utilizza la maschera libertaria del progressimo per nascondersi

“Non posso più rimanere nel Partito Democratico di oggi, che è ora sotto il completo controllo di una cabala elitaria di guerrafondai guidati da una vile bramosia, che ci dividono razzializzando ogni questione e fomentando il razzismo anti-bianco, lavorando attivamente per minare le nostre libertà date da Dio […] Credo in un governo che sia del, dal e per il popolo. Purtroppo, il Partito Democratico di oggi non lo fa. Al contrario, rappresenta un governo di, da e per la potente élite. Chiedo ai miei colleghi democratici indipendenti e di buon senso di unirsi a me per lasciare il Partito Democratico. […] Se non riuscite più a digerire la direzione in cui i cosiddetti ideologi del Partito Democratico stanno portando il nostro Paese, vi invito a unirvi a me”.

Questo è uno dei tanti motivi del perchè la prima donna “superdelegato” della storia; la prima donna militare e prima induista (insieme a Tammy Dunkworth) eletta al congresso, nonostante si configuri nella sinistra ecologista e anti-interventista , non è stata mai simpatica alle femministe, ai pacifisti, ai progressisti e agli attivisti di sinistra nel senso più ampio e generale del termine. L’ abbandono di Tulsi Gabbard per ora, pare, non corrisponda ad alcuna apertura verso l’opposta fazione repubblicana sebbene non si possa negare che parte dei suoi argomenti siano comuni – se non con i repubblicani in senso generale – almeno con quelli specifici di Donald Trump, soprattutto nell’area di contenuti riguardante  la distensione dei rapporti con la Russia, il dialogo con L’India e la stigmatizzazione verso il credo degenerato progressista, boriosamente ateo e nichilista, come lei sottolinea meglio di chiunque altro:

“[…] sono ostili alle persone di fede e spiritualità, demonizzano la polizia e proteggono i criminali a spese degli americani rispettosi della legge, credono nell’apertura delle frontiere, armano lo Stato di sicurezza nazionale per dare la caccia agli avversari politici e, soprattutto, ci trascinano sempre più vicino alla guerra nucleare”

L’ addio dell’ ex candidata alle presidenziali del 2016 è stato accompagnato anche dall’apertura del show in onda sul sito e sul canale You tube. Appare piuttosto incontestabile che della sinistra americana ormai rimanga ben poco eccetto la più incancrenita area sfrenatamente globalista ben sposata con il nucleo straussiano-neocon; ma questo, in fin dei conti non è certo una novità

Fonti e Note

Twitter – Tulsi Gabbard (11 ottobre 2022)

You Tube – Tulsi Gabbard Show

 

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Pat Antonini

Ha studiato letterature e lingue straniere moderne, collabora stabilmente con Hyperborea, Centro Studi Eurasia Mediterraneo, Dragonsword e Punto di Fuga

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