L’utilità della Storia spiegata dagli Antichi

L’utilità della Storia spiegata dagli Antichi

In un mondo che corre sempre più velocemente serve ancora conoscere gli avvenimenti passati? È il caso di  farne oggetto di studio a scuola? Occorre ancora interessarsi di quanto accaduto per motivo che non siano stare dopo cena davanti alla televisione per assistere a un programma culturale per sentirsi più raffinati e intelligenti?

 

Che cos’è la Storia

La Storia è la disciplina che si occupa dello studio degli eventi del passato, possibilmente all’interno di una linea concatenata di sviluppo continuo e concatenato. Rientra nel novero delle discipline umanistiche, quelle che hanno per oggetto di studio l’uomo e la sua condizione. Queste sono considerate nobilissime e al centro del sistema scolastico, ma hanno la pecca di non avere un’applicazione pratica e diretta, al contrario delle scienze naturali e della tecnica. Con l’imporsi del Positivismo queste hanno visto ridursi il proprio spazio e prestigio, schiacciate dallo scientismo. La corrente che si impose riteneva che le scienze naturali, fisiche e sperimentali fossero le uniche capaci di soddisfare tutti i reali bisogni dell’uomo, denotando una visione parziale degli stessi e del modo di affrontare questioni e problemi.

Origine della Storia come disciplina 

La Storia come disciplina focalizzata alla ricostruzione degli eventi nasce in Grecia e più precisamente ad Atene nel V secolo avanti Cristo, con Erodoto e Tucidide. I Classici possono quindi fornire interessanti risposte al riguardo. Se il primo però aveva come scopo nei suoi scritti quello di “trasmettere imprese grandi e meravigliose”, il secondo restringe il cerchio, apponendo al suo approccio delle caratteristiche scientifiche: il concetto di “scienza”, inteso comunemente come studio della natura e dei suoi fenomeni, in una concezione più ampia sta infatti a significare un’attività di ricerca portata avanti attraverso procedimenti metodici e rigorosi finalizzati all’ottenimento di una conoscenza dai tratti definiti volta a qualsiasi settore dello scibile.

 

Il Contributo di Tucidide

 

Tucidide elimina dal suo lavoro tutto quello che è suggestione, fantasticheria, leggenda, per andare dritto a una descrizione e rievocazione dei fatti il più attendibile possibile a quanto realmente accaduto. Per primo raccoglie tutte le testimonianze possibili poi ricostruisce i momenti cause e sviluppi degli eventi, come l’autore fece con la Guerra del Peloponneso, il conflitto che mise di fronte Sparta e Atene, le due superpotenze del mondo ellenico, che portò al declino delle città-stato greche, di fatto ponendo fine a un’epoca di straordinaria fioritura in ogni campo delle attività umane.

Lo storico greco Tucidide
Lo storico greco Tucidide

Come un medico ricostruisce un’anamnesi del paziente per poter giungere a una sua diagnosi, lo storico deve individuare l’inquadramento degli eventi e capire le cause scatenanti che li hanno determinati non solo per ricostruire il quadro degli accadimenti passati ma, facendo degli opportuni confronti con i fatti di epoche precedenti, arrivare a predeterminare avvenimenti e sviluppi futuri. L’Obbiettivo di Tucidide infatti è intendere l’opera come un possesso per l’eternità, cioè un testo rivolto “a coloro che vogliono indagare la verità delle cose passate e di quelle che si verificheranno in futuro in modo simile, secondo le norme dell’agire umano”.

Niccolò Macchiavelli giunse alle stesse conclusioni, paragonando nei suoi “Discorsi sotto la prima deca di Tito Livio” lo scontro tra patrizi e plebei nella Roma repubblicana , da lui accostato a quello tra aristocrazia e popolo minuto nella Firenze del XIV-XV secolo.

 

Le costanti della Storia

 

Le dinamiche si ripercorrono con delle costanti che Tucidide ritrova nei fatti storici, l’oggetto della sua indagine. Esse possono così essere schematizzate:

  • le azioni: le azioni vere e proprie innescanti l’evento.

 

  • i discorsi: l’eloquio dei protagonisti che ne costituisce la premessa o la conseguenza, attraverso cui lo storico analizza psicologicamentegli attori dei fatti storici, cercando di scoprire le cause che muovevano le loro azioni. 

Le azioni sono scaturite dai ragionamenti e in estrema sintesi dietro a questi soggiacciono tre moti psichici principali:

  • la paura, l’istinto di autoconservazione che porta l’uomo a compiere azioni di qualsiasi tipo pur di conservare la sua vita e delle persone a sé vicine.

 

  • il desiderio di onore e prestigio sociale.

 

  • l’utilità strumentale.

Si può aggiungere a questa summa l’assunto generale a essa strettamente collegato che un grande motore delle azioni umane è la conquista e la conservazione del potere e il fatto che i conflitti umani hanno generalmente sempre avuto a che fare con il controllo delle risorse. Pertanto due chiavi fondamentali per la Storia sono la psicologia, appunto il comprendere le motivazioni dietro le azioni, e l’economia, che può definirsi “la scienza della gestione delle risorse scarse”. Il poeta e scrittore statunitense Ezra Pound osservò significativamente che  “chi non s’intende di economia non capisce affatto la Storia”.

 

Atene, Acropoli. Culla della Storia come disciplina
Atene, vista dell’Acropoli

 

L’imponderabile

Gli eventi non si ripercorrono sempre uguali e perfettamente prevedibili, in quanto per Tucidide c’è da considerare l’intervento della Fortuna (Τύχη), concetto inteso dai Greci come forza caotica e incontrollabile. Oltre a questo c’è da annoverare la facilità con cui chi prende decisioni incappa nell’errore, variabile che può creare effetti decisivi per la piega che possono prendere le situazioni. Non esiste uno spartito già scritto, l’imponderabile, è un fattore che nessun calcolo può azzerare.

 

Conclusioni

A che serve quindi studiare e cercare di ricostruire la Storia? Serve a comprendere meglio il presente e quindi a  contribuire a indirizzare il futuro in modo più consapevole. Gli Antichi ce lo avevano spiegato molto chiaramente, teniamo a mente la loro lezione.

Storia
Storia

 

Riferimenti

Giulio Guidorizzi, Il Mondo Letterario Greco, Milano, Einaudi Scuola, 2000

Autori Vari, Grande Enciclopedia De Agostini, Novara, De Agostini, 1995-1996

 

 

 

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David Sciuga

Si è laureato con lode prima in Lettere Moderne poi in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi della Tuscia. Successivamente ha conseguito il Master di II livello in Management presso la Bologna Business School. La sua tesi di laurea magistrale “La critica della civiltà dei consumi nell’ideologia di Pier Paolo Pasolini” è stata pubblicata da "OttoNovecento", rivista letteraria dell'Università Cattolica di Milano, ed è tuttora disponibile sul portale spagnolo delle pubblicazioni scientifiche Dialnet. Da giornalista pubblicista ha lavorato per il Nuovo Corriere Viterbese e per diverse testate locali, inoltre è anche blogger e critico cinematografico. Ha collaborato con il festival teatrale dei Quartieri dell’Arte e con l’Est Film Festival, di cui è stato presidente di giuria. Come manager di marketing e comunicazione ha lavorato per STS Academy, agenzia di formazione di security e intelligence. Il suo racconto "Sala da ballo" è stato incluso nell’antologia del primo concorso letterario nazionale "Tracce per la Meta". Successivamente è stato premiato con il secondo posto al Premio Internazionale di poesia “Oggi Futuro” indetto dall’Accademia dei Micenei. È stato moderatore di conferenze di geopolitica dove sono intervenuti giornalisti di rilievo nazionale. L'animal fantasy "Due fratelli" è il suo primo romanzo, pubblicato con la casa editrice Lulu.com, a cui segue il romanzo di formazione "Come quando ero soldato". Collabora con il web magazine "L'Undici". Parla correttamente l'inglese, possiede elementi di francese e tedesco.

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