La scienza è operazione intellettuale che sposa l’azione ma che non può prescindere dal dubbio: la scienza autentica deve
essere in grado di dubitare di se stessa di proibire. Quando la nostra società è troppo convinta di essere servita da una scienza
libera, su di essa piombano i meccanismi che l’hanno incatenata in epoche che sembrano lontane. Meccanismi che sfociano
nel dogmatismo e che sono sempre in agguato, cambiano le motivazioni, ma non il fatto che dietro ci sono avidità e sete di
potere. ieri come oggi la scienza per prosperare deve essere difesa e il primo modo per farlo è essere coscienti che è sempre sotto minaccia
Il Metodo Scientifico
Per scienza si intende “l’Insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno
per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati”.
Il concetto moderno di scienza è nato principalmente con Galileo Galilei, grande fisico, astronomo e filosofo italiano, nel XVII secolo, che, vide osteggiati i suoi studi astronomici dai
neoaristotelici che non accettavano venissero messe in discussione le loro convinzioni radicate.

Al centro dell’indagine dovevano starci le “sensate esperienza e le dimostrazioni necessarie”: l’indagine diretta sulla natura è l’unico oggetto delle
scienze naturali. L’esperienza è l’unica a fornire l’incentivo per la formulazione di ipotesi scientifiche e le deduzioni che ne
derivano devono essere confrontate con l’esperienza e confrontate con esperimenti ripetuti.
Le dichiarazioni d Douste-Blazy sui condizionamenti degli articoli scientifici
Questi assunti di massima che ora si danno comunemente per scontati e acquisiti rischiano invece di essere messi da parte.
Se a schiacciare la genuinità della ricerca scientifica c’erano le autorità culturali e religiose, oggi sono gli interessi economici.
Alcuni settori delle scienze sono fonti di guadagni e tra i più importanti ci sono la medicina e la farmacia.
Il medico, docente e politico francese Philippe Douste-Blazy, Ministro della Salute in Francia tra il 2004 e il 2005, ha fatto
dichiarazioni pubbliche di grande rilievo e gravità, dove si mettono in evidenza i legami tra Big Pharma e le pubblicazioni sulle
riviste scientifiche.

Big Pharma è il termine comunemente utilizzato per indicare il cartello composto dalle principali aziende
farmaceuriche mondiali, una lobby capace di esercitare notevoli pressioni sulla gestione sanitaria e sulla politica. Stando alla
dichiarazione del francese alla televisione nazionale BFM.TV il 23 maggio 2020, le riviste scientifiche tra le più prestigiose,
come The Lancet, sarebbero costrette, su pressione di multinazionali farmaceutiche, a pubblicare studi scientificamente non
verificabili. Il metodo scientifico o sperimentale infatti nasce dall’osservazione sistematica, seguita dalla tesi
conseguentemente elaborata e questa, per considerarsi accettabile, deve passare il vaglio di ulteriori osservazioni: il risultato
dell’esperimento deve essere riproducibile. Richard Horton, della suddetta rivista, avrebbe dichiarato, secondo Douste-Blazy,
che “non saremmo in grado, in sostanza, i dati delle ricerche cliniche, perché i laboratori farmaceutici sono così potenti
finanziariamente e sembrano avere una metodologia tale da farci accettare documenti che apparentemente sono
metodologicamente perfetti, ma a cui fondamentalmente fanno dire ciò che loro vogliono e questo è molto grave”.
Un altro atto denunciato è l’esistenza di riunioni che si svolgerebbero rigorosamente a porte chiuse, come il Royal Institute of
International Affairs, altrimenti noto come Chatham House, la quale si occupa, tra i temi trattati, di selezionare le ricerche di
maggiore interesse da portare avanti. L’ex ministro francese poi racconta che in uno di questi incontri Horton avrebbe
sostenuto che se questo sistema continuasse la sua rivista scientifica non sarebbe stata più capace di fornire i dati delle
ricerche cliniche, Un esperimento per essere considerato attendibile deve essere riproducibile, cioè deve dare gli stessi
risultati anche effettuato da persone diverse e in luoghi diversi. Il test di riproducibilità è quindi il banco di prova, che e non
supererebbe il 70% delle ricerche scientifiche secondo un articolo pubblicato sulla celebre rivista Nature nel 2018. Tra i motivi
che spingono gli studiosi a cedere a questi ricatti, oltre ai finanziamenti, c’è il bisogno di pubblicare su riviste prestigiose per
fare carriera, portando a dinamiche condizionate da pesanti conflitti d’interessi.
Gli effetti sulle applicazioni pratiche
Questo circolo vizioso non riguarda semplicemente le dinamiche interne della comunità scientifica ma ha ripercussioni sull’intera società.
Esemplare è la vicenda di uno studio di Lancelot che spinse l’OMS a interrompere i test clinici sull’idrossiclorochina, farmaco
utilizzato per curare malattie respiratorie tra cui il Covid -19. Molti esperti dichiararono che lo studio era privo di attendibilità
perché i dati indicasti non erano verificabili. La ricerca per difendere la propria tesi contraria all’adozione del farmaco prese in
esame pazienti già ospedalizzati e in stadio terminale che sarebbero comunque deceduti indipendentemente dall’assunzione
del farmaco, che invece va utilizzata alla stadio iniziale della malattia. Questi sono i risultati di cui un sistema come questo,
definito “criminale” da direttore del New England Journal, è capace.
Tuttavia i risultati di queste riviste, osservanti o meno i passaggi del metodo elaborato da Galileo Galilei, vengono spesso
riconosciuti come l’espressione di un’autorità insindacabile. Secondo un sentire diffuso solo gli esperti possono sindacare sulla
bontà di quanto dicono gli esperti e bisogna attenersi ai risultati delle loro ricerche. Con l’avvento del Positivismo nella seconda
metà del XIX secolo, dottrina filosofica e movimento culturale fiducioso nel progresso scientifico-tecnologico e diffidente nei confronti della
metafisica e paradossalmente definitivo affondatore del ruolo della filosofia come ponte tra le branche del sapere, “Lo dice la scienza” ha soppiantato “Lo dice Dio”.
Ovviamente è necessario essere forniti degli strumenti conoscitivi necessari per analizzare e valutare autonomamente un contenuto scientifico ma sostituire i dogmi della religione con i dogmi della scienza
non è meno fuorviante e dannoso. Fossilizzare la scienza a dei concetti fissati da qualcuno è la negazione stessa della scienza,
che si basa sulla verifica continua degli assunti e sulla sperimentazione pratica di quanto precedentemente osservato e
formulato. Galileo con il suo telescopio venne ostracizzato dalla Chiesa per le sue osservazioni sulle rugosità della luna
terrestre e le lune di Giove che contravvenivano l’assunto che prendeva alla lettera gli scritti di Aristotele che ipotizzava
l’esistenza di stelle fisse. Corpi celesti, considerati immobili nelle loro posizioni relative sulla sfera celeste. Ora invece gli
studiosi che vogliono portare avanti in maniera schietta e cristallina le proprie ricerche hanno contro questo “papato
scientifico” che, servendo poteri economici, in cambio di prestigio e finanziamenti, cerca di togliere loro spazio e margine
d’azione. Questo stato delle cose va a braccetto con la convinzione che, per superbia e attaccamento alle carriere, la scienza
conosca già, in linea di massima, la natura delle cose e ci sia ben altro da aggiungere a quanto è già dato per assodato. Si
tratta di una convinzione tipica di molte persone che sono portate appunto a dire “Io non credo in Dio, io credo nella scienza”. Infatti la scienza come metodo d’indagine, nata con la rivoluzione iniziata da uomini coraggiosi e dotati di menti brillanti e
indipendenti, come Galileo Galilei, e la scienza come sistema dogmatico di credenze. Tutta dove per forza avere una spiegazione meccanicistica: la natura è un grande orologio meccanico non ammette altri tipi di visioni. Invece sappiamo che
e la realtà si dipana su più piani e che tutto è intrinsecamente connesso e non separati da rigidi compartimenti stagni, come
vorrebbe la vigente organizzazione del sapere.
Il rivoluzionario concetto di Risonanza Morfica
Il biologo inglese Rupert Shaldrake nel suo saggio “The Science Delusion Science Set Free” smonta 10 dogmi tra i più assodati della scienza,
sostenendo come la versione ufficiale faccia acqua da tutte le parti, forzando la realtà a rientrare nei canoni di un unico
modello. Per lo scienziato inglese il concetto di legge, modellato su quello del diritto, che è una creazione umana, sia
un’umanizzazione troppo rigida e fallace di come opera la natura. Shaldrake sostiene che tutto in natura ha una sorta di
memoria collettiva e cioè che è riscontrabile in natura avverrebbe in base alla somiglianza e affinità. Secondo questo
rivoluzionario assunto, denominato Ipotesi di Risonanza Morfica, l’Universo è in continua evoluzione e il modo più efficace per
avvicinarsi a comprendere il suo operato è quello di pensare al concetto di abitudini: “Credo che le abitudini della natura si
evolvono e le regolarità della natura sono essenzialmente abituali” spiega lo scienziato.

Per esempio tra il 1928 e il 1945, secondo tutte le rilevazioni registrate, la luce sarebbe scesa di circa 20 km/s per poi tornare a
livello standard. Quest’anomalia imbarazzò i metrologi, gli esperti della misurazione dei dati costanti, fissarono per definizione
la velocità della luce nel 1972: uscirono dall’imbarazzo smettendo di misurare la sua effettiva velocità e imponendo un dato
registrato per costante quando invece non lo era: l’esempio di come l’imposizione di un presupposto dogmatico inibisce l’indagine scientifica.
Conclusioni
Il dogma è per definizione un principio che si accoglie per vero o per giusto, senza dover passare per esame critico o
discussione. Nella teologia è la verità rivelata da Dio o definita dalla Chiesa come tale, imposta insindacabilmente ai credenti
come articolo di fede.
Tutto dipende dalla tendenza ad evolversi e non dalle leggi prefissate. Questa chiave di lettura è affascinante, risolverebbe
tanti problemi scientifici e aprirebbe un nuovo capitolo dell’indagine scientifica in ogni settore. Come prevedibile, questa teoria
viene rifiutata dalla maggioranza della scienza ufficiale, che però troppo spesso contraddice i principi stessi della scienza
quando invece questa è anche intuizione e dialogo tra saperi diversi e non un dettame di una cerchia ristretta cerchia che
pontifica da una torre d’avorio. Il sapere quando si cristallizza divenza imposizione, peggio ancora quando viene manipolato
per fini diversi dalla conoscenza e dal bene collettivo.
In ogni modo, rinunciare ai dogmi che incatenano la mente e non smettere di cercare vie nuove, sperimentando e verificando
quanto ipotizzato, è l’unico modo per avere una scienza libera, viva e autentica, presupposto indispensabile per vivere in una società
più dinamica, più equa e più vivibile, una società migliore.

Riferimenti bibliografici
https://www.treccani.it
Nicola Abbagnano, Storia della Filosofia, Istituto Geografico De Agostini Spa- Gruppo Editoriale L’Espresso, Novara-Roma, 2006
Autori Vari, Grande Enciclopedia De Agostini, Istituto Geografico De Agostini Spa, Novara 1995
L’EX MINISTRO FRANCESE DELLA SANITA’: NON ESISTE UNA SCIENZA LIBERA! – TG #Byoblu24
https://coscienzeinrete.net/biden-e-il-papato-scientifico/
https://coscienzeinrete.net/lillusione-della-scienza/